Copertina

Copertina
Uno sguardo insolito, realistico e poetico sulla scuola. Punti di vista, ricordi, interventi, di personaggi della cultura, dello spettacolo, della politica raccolti da una giornalista e scrittrice. Da Dacia Maraini a Roberto Vecchioni, da Paolo Crepet a Chiara Gamberale, da Margherita Hack a Cristina Comencini, da Domenico Starnone a Marco Lodoli: tutti svelano i loro sogni e, talvolta, i loro veleni.

sabato 25 aprile 2009

Quand’ero piccola


Quand’ero piccola io so che

piangevo

Ogni volta che il sole era

al tramonto

Non volevo lasciarlo andar via

non ero sicura che sarebbe tornato

Così piangevo, per farlo restare

Con la mano sulla porta del mondo

sul bordo del monte sull’orlo

del mare lui mi guardava

e spariva. Ma

che sarebbe tornato lui lo sapeva. Per me

ci sono voluti mille tramonti mille e poi

ancora uno, due, forse più di sei

Da “E sulle case il cielo” di Giusi Quarenghi

sabato 18 aprile 2009

Una storia a fumetti


La storia a fumetti si chiama Il Maestro. Pubblica Tunuè, “editore dell’immaginario”. I disegni sono di Davide Pascutti, il soggetto e la sceneggiatura di Andrea Laprovitera, due trentenni nati in provincia, il primo a Udine, l’altro a Orvieto.

Anche la storia è ambientata in provincia. Siamo nella seconda guerra mondiale, in un paese, dentro l’aula di una scuola. C’è un maestro, ci sono i suoi alunni bambini. I libri e le bombe. Il maestro con gli occhiali tondi parla di poesia, “non mandare mai a chiedere per chi suona la campana. Suona per te”. Gli aerei sganciano bombe sulla chiesa, sulla biblioteca: forse, pensa l’uomo, hanno sbagliato bersaglio. Tutti scappano, partono e muoiono, alcuni tornano per partire ancora, riprovano a morire. Lui resta. “A volte noi grandi facciamo cose strane, come la guerra o come restare quando tutti vanno perché resistere è l’unica cosa che ci è rimasta”. Resistere è una cosa strana, sì. I bambini lo guardano e non capiscono, l’ultimo a lasciare l’aula piange. Resistere è incomprensibile (in quel momento, in quel modo) eppure è il vero insegnamento del maestro: restare nonostante tutto, non voltarsi, non fuggire. Un piccolo punto di vista sulla storia, eppure così grande. Basta un tratto di matita, una parola.

Dalla rubrica “Invece Concita” di Concita De Gregorio

La Repubblica delle Donne, 19 luglio 2008

lunedì 6 aprile 2009

COMUNICATO STAMPA

COMUNICATO STAMPA
Studenti di Sinistra
Università degli Studi di Firenze

Abbiamo appreso da poco l'entità del sisma, che, questa notte, attorno
alle 3:30, ha sconvolto i tratti del Centro Italia. I dati più
sconcertanti arrivano dall'Abruzzo: migliaia di edifici distrutti,
ospedali, chiese e palazzi in macerie. Ma la notizia più dura e fredda
viene dal capoluogo abbruzzese, viene da piazza Pasquale Paoli: la
palazzina che ospita la Casa dello Studente, un edificio di tre piani,
è parzialmente crollata; tutta un'ala della casa si è accasciata al
suolo mentre un'altra parte è gravemente lesionata. Ci sono studenti,
studenti come noi, sotto le macerie: sette, dieci ... un numero
imprecisato, alcuni ancora in vita, lo speriamo, altri purtroppo no.

Come Studenti di Sinistra esprimiamo la nostra più sentita vicinanza
alle famiglie abruzzesi e soprattutto a tutti gli studenti, atterriti
da questo pesante disastro naturale. Vorremmo arrivasse forte il
nostro sentito abbraccio e il nostro supporto a chi, come noi, vive e
studia, spesso in strutture fatiscenti, spesso in luoghi inagibili. Al
contempo, vorremmo arrivasse, alle famiglie delle vittime, il nostro
più accorato cordoglio.

Come spesso succede in Italia, solo dopo le tragedie, i palazzi del
potere aprono gli occhi. Come Studenti di Sinistra non possiamo non
condannare, ancora una volta, la forte disattenzione della politica
nell'assicurare, agli studenti, un reale diritto allo studio,
strutture confortevoli e moderne che sappiano supportarci nel percorso
di studi. Invece, e la lunga mobilitazione contro la Legge 133
dell'Autunno scorso ne è la chiara dimostrazione, l'attuale Governo ha
preferito tagliare drasticamente i finanziamenti per gli Atenei e per
il supporto al Diritto allo Studio. Ed ecco a cosa bisogna assistere.
Lo "stato d'emergenza", per noi studenti, doveva essere firmato molto
tempo fa.

Studenti di Sinistra
www.studentidisinistra.org

giovedì 2 aprile 2009

Se penso


Ho portato il grembiule per i miei tredici anni di scuola, quando serviva a proteggere i vestiti, non a nascondere le diverse estrazioni sociali, che restavano bene in evidenza in tutto il resto, dalle scarpe alle cartelle, alle merende.
Quello che uniformava noi alunni non era l’uniforme, era l’insegnante, che sembrava non sapere niente delle nostre famiglie ma, se vedeva il figlio di un ricco borghese fare l’arrogante o lo spezzante con il figlio dell’operaio, provvedeva a interrogarli entrambi e a dimostrare a tutti che, almeno per quel giorno, il primo valeva meno del secondo.
Per me sono solo gli insegnanti che contano, quando sanno insegnare a pensare.
Io li pagherei più di un amministratore delegato.
Di Patrizia Valduga
Da “La Repubblica”, 15 novembre 2008