Copertina

Copertina
Uno sguardo insolito, realistico e poetico sulla scuola. Punti di vista, ricordi, interventi, di personaggi della cultura, dello spettacolo, della politica raccolti da una giornalista e scrittrice. Da Dacia Maraini a Roberto Vecchioni, da Paolo Crepet a Chiara Gamberale, da Margherita Hack a Cristina Comencini, da Domenico Starnone a Marco Lodoli: tutti svelano i loro sogni e, talvolta, i loro veleni.

martedì 18 dicembre 2007

Nei temi in classe, la scuola sognata dai ragazzi

Ogni tanto, un raggio di luce. In una scuola media di San Giuseppe Vesuviano due professoresse hanno promosso fra gli allievi un concorso per descrivere la scuola ideale. E si fanno, leggendo i compiti, belle scoperte. Si scopre intanto che i giovani hanno una gran voglia di andare a scuola, e vorrebbero starci di più, non solo (dicono) per imparare e per prepararsi ai cimenti della vita, magari anche, scrive uno, per avere qualche successo; ma per mangiare, per dormire, oltre che per discorrere fra loro e coi professori, come nell’agorà dei greci: purché la scuola fosse bella, dotata di laboratori e palestre e biblioteche; e coi muri puliti!
“Non è un sogno” scrive Ambrosio, prima media: quasi commovente “ma la scuola che io vorrei l’ho vista da vicino, quando sono andata in Germania da mia nonna. Ero molto piccolo, ma riesco a ricordare qualche cosa. L’edificio scolastico era lontano dalle fabbriche, tutto attorno c’erano prati e molto verde... Spero tanto che il nostro sindaco prenda esempio”. Carmen vorrebbe anche la palestra per la ginnastica artistica, e “nei corridoi dovrebbero esserci gli armadietti, come nelle scuole americane, così non saremmo costretti a portare sulle spalle tutti quei libri e potremmo semplicemente lasciarli a scuola”.
Sono convincenti i consigli pratici. I ragazzi conoscono la materia. Pasqualina sembra addirittura un’architetta, sogna una scuola “grandissima di quattro piani: al primo piano ci dovrebbe essere un ingresso a tre porte, quattro bagni, due per i professori, due per gli alunni, un teatro un po’ più grande di quello che abbiamo...”. E il rapporto con i professori? Lei lo spera “simpatico, scherzoso ma anche abbastanza serio”.
Quel che più sorprende, e quasi intenerisce, è il desiderio di un ambiente bello, di alberi e prati, e di pulizia, e di colori: “Ogni alunno del primo anno” secondo Massimiliano “dovrebbe portare un grembiule di colore nero, il secondo rosso, il terzo verde, il quarto blu, il quinto giallo, il sesto d’argento, il settimo arancione e l’ultimo bianco”.
La scuola ideale, come in Germania, come in America: che dolore che non sappiamo dargliela. “La maggior parte delle aule è in uno stato squallido” sospira Pasquale “Ci sono crepe dappertutto e i banchi sono tutti rotti”. Per concludere citerò Assunta, voce della saggezza: “A una scuola ideale devono corrispondere alunni ideali, e io mi accontento di poco, cioè che devono avere buona educazione”.

di Piero Ottone da “Il Venerdì di Repubblica”, numero 1030, 14 dicembre 2007

giovedì 22 novembre 2007

Le loro scelte di campo

Niente ideologia, ma vestiti e musica
i ragazzi si schierano così


Diciamolo francamente: ai ragazzi delle nostre scuole la politica non interessa affatto. La trovano noiosa, incomprensibile, lontanissima dai loro problemi e dai loro desideri. Faticano addirittura a comprendere quali siano gli schieramenti.
Chi sta a destra e chi a sinistra e cosa significa destra e sinistra. Spesso mi capita di dover rispondere a domande assurde, del tipo: “Ma Berlusconi è fascista o comunista?”
I telegiornali sono dispacci dalla luna, le crisi di governo guazzabugli inspiegabili, e i politici sembrano tutti uguali, persi dentro un linguaggio che i ragazzi non riescono a tradurre. Per questo non c’è da meravigliarsi se le elezioni scolastiche vengono percepite come qualcosa di assolutamente estraneo alle antiche logiche politiche.
Si protesta contro un termosifone rotto, contro un rincaro delle pizzette, magari contro gli esami a settembre, minaccia insopportabile. I grandi temi faticano ad entrare a scuola: l’apocalisse ambientale, la guerra in Irak, la globalizzazione sono faccende che finiscono dentro i temi in classe, compiti da svolgere, ma non mi pare che facciano veramente breccia nella cittadella delle loro preoccupazioni. Solo il problema dell’immigrazione coinvolge tutti quanti: i più soprattutto nelle periferie, temono ogni extracomunitario e, se potessero, rimanderebbero al loro paese rumeni, cinesi, marocchini, senza farsi troppi scrupoli di coscienza e senza neppure sapere di preciso dove si trova quel loro paese.
Detto questo, appurato che la politica così come la intendono gli adulti, alta e bassa, nobile o cialtrona, non sfiora minimamente la fantasia di un sedicenne, bisogna però riconoscere che gli schieramenti esistono, anche se sono fondati su ben altre questioni. Quelli di sinistra non sono i lettori di Gramsci, quelli di destra ignorano Gentile o Ezra Pound, però esteticamente, antropologicamente, esistenzialmente si percepiscono diversi, e non si sbagliano mai. Le zecche, che poi sarebbero i compagni, sono quelli con i capelli lunghi e spettinati, con le catene agganciate alla cintura, quelli che ascoltano rock duro o raparrabbiato, che vanno in giro coi pantaloni bracaloni e l’aria un po’ rintronata. I fasci sono invece quelli rasati quasi a zero, che frequentano le curve degli stadi, che vanno in discoteca e in palestra, che ascoltano la tecno e seguono la moda. La politica non viene fuori tanto dai ragionamenti, sempre un po’ confusi e contraddittori, quando da un modo di essere, di vestirsi, di stare con gli altri. In qualche modo è una scelta di campo sincera che passa attraverso il corpo e le azioni piuttosto che la mente e le ideologie. Il voto alle elezioni scolastiche diventa perciò una cosa secondaria, da non prendere troppo sul serio. Chi sarà eletto dovrà comunque entrare in un certo tipo di linguaggio, arrendersi agli adulti. Lo scontro vero non si gioca di certo su una preferenza a una lista, ma sulla vita di tutti i giorni, musica e scarpe, locali da frequentare e maglie da indossare. Riguarda un modo da stare al mondo che va ben oltre i programmi politici. I ragazzi percepiscono solo l’energia che sta nelle cose, nelle scelte, nella vita. Chi ha da offrire più energia vince, chi è fiacco e fasullo perde: e in fondo è sempre stato così. Ma forse l’aspetto più triste è che oggi la fonte di energia maggiore, quella che conquista la maggioranza dei ragazzi, né di destra né di sinistra, è la televisione che hanno in cameretta. E’ una centrale atomica, la lampada magica, la cornucopia. Da lì esce la vera politica, a volte sfacciata, a volte subdola. Quella è la pietra angolare del loro mondo.

Di Marco Lodoli
Da “La Repubblica”, sabato 17 novembre 2007

lunedì 19 novembre 2007

Giornata Mondiale degli Studenti

FIRENZE- “La conoscenza non è un codice a barre”.
E’ piena di ribellione e ricca di senso critico e di affascinanti ideali la manifestazione di protesta degli studenti medi e universitari che, ieri mattina, 17 novembre, sono scesi in piazza nella nostra città, come in tante altre città italiane e in tutto il mondo, per la “Giornata Mondiale degli Studenti”, un appuntamento ormai annuale, lanciato al Social Forum Mondiale di Bombay del 2004 dalle delegazioni studentesche di tutto il mondo.
La manifestazione fiorentina, organizzata da numerose sigle ( “Unione degli Studenti”, “Studenti di Sinistra”, “Sinistra Universitaria”, “Rete dei Collettivi Medi”, “Giovani Comunisti”, FGCI, SD), partita alle 9 da Piazza Indipendenza, dopo aver attraversato alcune vie del centro storico, si è conclusa a Piazza SS. Annunziata con una assemblea pubblica.
“Ci raccontano continuamente che la conoscenza è un prodotto come gli altri- spiega un manifestante- che può essere imprigionato dietro un codice a barre, venduto, comprato, ma non diffuso liberamente. Ci vogliono inquadrati, obbedienti, flessibili di fronte alle rigide regole del mercato. Vogliono abituarci a credere che la competizione sia l’unico tipo di relazione possibile tra di noi, che la lotta ‘tutti contro tutti’ sia il giusto modo di vivere nella giungla della precarietà”.
“Sogniamo una scuola decisa da chi ci vive- dichiara Valentina dei “Giovani del Socialismo Rivoluzionario”- aperta al mondo, solidale per imparare a lottare insieme contro le prepotenze, libera perché a scuola passiamo una buona parte della nostra giornata e vogliamo vestirci, incontrarci, comunicare, esprimerci come vogliamo”.
“Crediamo in un’università pubblica- afferma Francesco Epifani degli “Studenti di Sinistra”- in cui la programmazione didattica venga decisa soltanto in base alle esigenze formative degli studenti e la ricerca sia svincolata da qualunque ingerenza esterna”.
“La scuola pubblica italiana sta vivendo delle grosse difficoltà- sottolinea Bernardo Croci, coordinatore FGCI Toscana- Valori quali libertà, antifascismo, laicità, rispetto delle differenze e antirazzismo non trovano più la dovuta centralità nei processi formativi. Le risorse, poi, diminuiscono sempre”.
“Alla carenza strutturale di investimenti- precisa Giacomo, studente universitario di Scienze Politiche, dei Giovani Comunisti- si aggiungono le innumerevoli difficoltà ‘di accesso’ ( alla casa, ai trasporti, alla cultura) che caratterizzano il percorso di ogni studente. Tutto ciò trasforma la scuola e le università in palestre di addestramento a un futuro fatto di precarietà e subordinazione in una società classista”.
Arriva, poi, una difesa accalorata del Ministro Fioroni da Corinna Pugi, una studentessa del Liceo scientifico Rodolico e responsabile degli Studenti Medi della Sinistra Giovanile: “Molti contestano le sue riforme, io invece, come tanti altri studenti, mi rendo conto che da parte di Fioroni c’è un grande impegno per restituire dignità e serietà alla scuola”.

Di Vincenza Fanizza

Da “Il Corriere di Firenze”, domenica 18 novembre 2007

mercoledì 7 novembre 2007

Sigillo della pace

FIRENZE-“Nonostante tutto, il cinema resta il linguaggio universale in cui esprimere la voglia di Pace che anima ovunque le donne. Sono convinta che il linguaggio delle immagini sia sicuramente uno dei modi più efficaci per riflettere su temi quali razzismo, la guerra, l’oppressione sessuale, le discriminazioni, le grandi migrazioni epocali, soprattutto in una città come Firenze, dove ci impegniamo continuamente per costruire il dialogo e l’apertura verso le altre culture”.
Così Daniela Lastri, assessore all’Istruzione e alle Pari Opportunità del Comune di Firenze, martedì 6 novembre, nel Salone de’Duecento, rivolta agli studenti di molte scuole superiori della nostra città che hanno assistito alla cerimonia del Premio “Sigillo della Pace”, conferito alle registe Djamila Sahraoui, algerina, e a Liana Badr, palestinese.
Il Sigillo della Pace, giunto, quest’anno, alla decima edizione, è stato istituito nel 1998 per iniziativa dell’Assessorato alla Pubblica Istruzione del Comune di Firenze in collaborazione con l’Associazione Laboratorio Immagine Donna nell’ambito del Festival Internazionale di Cinema e Donne ma è una antica onorificenza della Repubblica Fiorentina che risale al 15° secolo.
“A ben guardare, una regista dopo l’altra, dieci anni di storia e dodici Sigilli- ha sottolineato Paola Paoli del Laboratorio Immagine Donna- assegnati tra Europa, Asia, Africa, Stati Uniti e Canada, senza dimenticare la Georgia ex sovietica, si può osservare come sia cambiata, in poco tempo, la mappa del cinema delle registe. E con essa, il linguaggio, le storie, la cittadinanza e la politica”.
Sempre martedì 6 novembre, alle 21, al Cinema Gambrinus, in via Brunelleschi, 1, serata di apertura de “Il Futuro della Memoria”, la XXIX edizione del Festival Internazionale di Cinema e Donne, con la proiezione dei film più significativi delle registe premiate con il Sigillo della Pace: “Le porte sono aperte, qualche volta” di Liana Badr e “Barakat” di Djamila Sahraoui.

di Vincenza Fanizza

lunedì 29 ottobre 2007

Sbarca in Puglia “Per chi suona la campanella”


“Per chi suona la campanella”, il libro di Vincenza Fanizza, pubblicato da Valore Scuola, dopo il successo in Toscana, arriva in Puglia.
Sarà presentato giovedì 1° novembre, alle 19, nel Centro Culturale Auditorium S. Domenico di Molfetta (Bari) dal Presidente Preside Damiano d’Elia.
Una performance artistico-musicale e l’inaugurazione della mostra di Mariella Fanizza “Paesaggi di Puglia” insieme alla presentazione.
“Per chi suona la campanella” è un libro gradevole, vivace, composto da brevi e fulminanti interventi, che vogliono essere anche una ricerca di identità della scuola.
Da Dacia Maraini a Roberto Vecchioni, da Paolo Crepet a Chiara Gamberale, da Margherita Hack a Cristina Comencini, da Domenico Starnone a Marco Lodoli: tutti svelano i loro sogni e talvolta i loro veleni o si soffermano a descrivere sentimenti ed emozioni. Uno sguardo insolito, realistico e poetico, a tratti surreale.
Una sorta di ricerca appassionata e scientifica insieme. Ma il pregio del libro è che alla fine, come un puzzle, ogni tassello va al suo posto. E l’opera nel suo complesso diviene uno strumento indispensabile prima di tutto per chi nella scuola lavora, ma anche per chi con i giovani vuole un contatto che non sia formale.

sabato 27 ottobre 2007

Festival della creatività

FIRENZE- “C’è bisogno della creatività. Per trovare soluzioni innovative ai problemi, per progredire, per evolversi e vincere le sfide del futuro. E’ una vocazione che sentiamo di avere nel nostro Dna: dagli Etruschi a Leonardo, dal Rinascimento Fiorentino all’Arno Valley, la storia della Toscana è sempre stata percorsa dalla genialità”.
Con questa affermazione Claudio Martini, il Presidente della Regione Toscana, ha presentato la seconda edizione del “Festival della Creatività”, promosso dalla Regione Toscana e organizzato dalla Fondazione Sistema Toscana, festival che si apre giovedì 25, alle 14,30 alla Fortezza da Basso, e che si concluderà domenica 28 ottobre.
Quattro giorni di mostre, concerti, spettacoli, incontri, performances, workshop e laboratori; 400 eventi dedicati alle arti, alla ricerca, all’innovazione, alla comunicazione, alla tecnologia; 1600 tra artisti e relatori provenienti da 40 paesi del mondo.
“Un appuntamento per tutti - come sottolinea Mauro Tanzi, il Presidente Fondazione Sistema Toscana - capace di mettere insieme i giovani e gli studiosi, i curiosi accanto agli esperti o, più semplicemente, chi si appassiona, con il cuore e con la mente, alle cose nuove della vita”.
Tra i tanti percorsi del festival segnaliamo: “ I processi che disegnano la città e il territorio”: ampio lo spazio dedicato al mondo dell’architettura e dell’urban design con la presenza di importanti esperienze italiane che si interrogano sui temi del recupero; Tanti e tutti innovativi i progetti internazionali che saranno presentati. Da non perdere la tavola rotonda sul tema “Arte e città”.
“InNova” sarà, poi, una delle aree più affollate del Festival, con i centri di ricerca, le università e le accademie d’arte. Il mondo dell’impresa partecipa con tre eventi: Borsa della ricerca e dell’innovazione, Job Fair, appuntamento rivolto ai giovani per facilitare l’incontro tra offerta e domanda di lavoro, Premio Vespucci ideato per premiare i progetti più innovativi nell’impresa e nella ricerca.
Debutta quest’anno “De GustiBooks”, il padiglione dell’editoria enogastronomia che ospiterà, in uno spazio di 2000mq, eventi, incontri e degustazioni per unire il piacere del cibo alla letteratura.
Il rapporto tra creatività e comunicazione digitale sarà al centro del meeting “QuiFree.it”, un’occasione di confronto tra realtà italiane ed esperienze internazionali in materia di software libero e liberi saperi.
All’infanzia e alla creatività dei giovanissimi è dedicata un’area specifica, “Kids”, con laboratori e originali spazi espositivi a cura del Museo dei ragazzi, Museo di Storia della Scienza di Firenze, Istituto degli Innocenti- La bottega dei ragazzi, il Centro di Arte contemporanea Luigi Pecci di Prato che propone laboratori artistici per i bambini ideati da Bruno Munari.

Di Vincenza Fanizza
Da “Il Corriere di Firenze”, martedì 23 ottobre 2007

giovedì 11 ottobre 2007

Fiaba di Draghi conquista il Parlamento Europeo.


E’ stato presentato a Bruxelles, al Parlamento Europeo, mercoledì 8 ottobre, alle 18,30, da Monica Frassoni e Daniel Cohn-Bendit, il libro “L’Orso europeo. Ovvero il negozio di giocattoli” (Raccolto edizioni), originale fiaba poetica di Gianfranco Draghi, saggista, psicanalista, scrittore e poliedrico artista.
In occasione del 50esimo anniversario del Trattato di Roma, da cui prese forma la Cee, il Parlamento Europeo si è trasformato nella bottega di giocattoli che Gianfranco Draghi ha ideato per l'ambientazione della sua favola. Una bottega che è luogo di poesia dove la poesia accende la fantasia e, senza servirsi della pedagogia e della didattica, arriva direttamente al cuore dei bambini.
Nel racconto tanti simpatici personaggi animati, tutti giocattoli, bambole, soldatini di latta, burattini, animali di pezza (c'è anche un intruso, il cavallo a dondolo americano) evocano le tante bandiere dell’Europa.
“Ma tu”, disse la bambola tedesca, “da che paesi vieni?” “Io sono europeo, disse l'orso, "perché il mio paese è l'Europa, perché l'Europa è più grande dell'Italia, della Svezia, della Norvegia, della Germania, dell'Inghilterra, della Francia, dell'Olanda, del Belgio, insomma di tutti i nostri paesi e tutti i paesi d’Europa sono il mio paese”.
“Dopo una vita intera tutta intrecciata tra la passione per l’impegno civile e una creatività dilagante, pervasiva in ogni disciplina dell’arte- scriveva l’editore Daniele Oppi - ecco che Gianfranco Draghi si trova oggi pronto di fronte alla fantasia stessa dei fanciulli europei. La fiaba è sempre la memoria del sogno, e sognare fa bene, anche a chi vuole costruire progetti concreti”.
“L’orso europeo”, scritto da Gianfranco Draghi nel lontano 1952, è, per la straordinaria attualità, ora letto e utilizzato nelle scuole e fa parte integrante di progetti didattici europeisti a Ravenna e a Fiesole.
Al Parlamento Europeo, dopo la presentazione del volume, anche interventi di Susanna Tassinari, assessore alle politiche europee del Comune di Ravenna, Maria Luisa Moretti, assessore all’educazione del Comune di Fiesole, di Graziella Ricci, responsabile Ufficio Europa del Comune di Ravenna e di Francesco Oppi, Editore e Presidente della Cooperativa Raccolto.
Gianfranco Draghi ora vive e lavora a Fiesole.
Fra gli altri suoi libri “Ragioni di una forza in Simone Weil” (Sciascia, 1958); “Paracelso” (Scheiwiller, 1967); “Sul mito d’Europa” (L’Individuale, 1973), “Piccolo manuale di drammatizzazione dei sogni” (Aries, 1996), “Cinquant’anni di poesia” (Gedit, 2005).


di Vincenza Fanizza

sabato 6 ottobre 2007

Festa di Apertura Cisv a Villa Demidoff


FIRENZE- E’ nella suggestiva Sala Rossa di Villa Demidoff, nel Parco di Pratolino, che, oggi pomeriggio, dalle 15,30 alle 19, si svolgerà la “Festa di Apertura”, il primo importante appuntamento del nuovo anno, del Cisv (Children’s International Summer Villages), l'associazione di volontariato indipendente e apolitica, presente in 93 paesi, che promuove, da oltre cinquanta anni, le amicizie interculturali e l’educazione alla pace.
"Video, racconti, fotografie, filmati e testimonianze dirette dei protagonisti faranno rivivere le entusiasmanti ed indimenticabili esperienze del 2007 - spiega Marco Lorusso, il presidente del Consiglio Direttivo della sezione di Firenze - Questo primo incontro sarà l'occasione anche per presentare i numerosi programmi nazionali ed internazionali per il 2008".
Tante, infatti, le attività dell’associazione: villaggi, interchange, summer camp, seminar camp, international people project, tutte occasioni per vivere esperienze interessanti, scoprire la bellezza e la ricchezza delle altre culture e, perché no, anche imparare nuove lingue in maniera divertente.
Il Cisv, infatti, è nato dalla ferma convinzione che una pace durevole sia possibile solo se gli individui e i gruppi hanno la possibilità di convivere come amici e che la chiave per trasformare questa idea in realtà è lavorare con i bambini e con i giovani per prepararli a diventare membri attivi e fautori di una società pacifica.
Il Cisv, dando estremo rilievo al valore dell’amicizia, educa attraverso l’azione (attività pratica) e la cooperazione piuttosto che attraverso la competizione.
Tra le importanti novità di quest’anno: nell’agosto 2008 il Cisv Italia ospiterà a Firenze, presso l’Istituto degli Innocenti, la conferenza internazionale annuale del Cisv (AIM Annual International Meeting) a cui parteciperanno delegati da tutti i paesi in cui il Cisv è attivo.
Info: www.it.cisv.org - http://www.cisv.org/

di Vincenza Fanizza

mercoledì 3 ottobre 2007

Il declino della facoltà di Medicina

Selezione

Lo scandalo sulla selezione degli studenti in medicina non meraviglia nessuno. Quando una facoltà sceglie i professori senza badare al merito, ma alla “lobby” di appartenenza, non può che selezionare allo stesso modo studenti e specializzandi.

Si supera la selezione solo se “si conosce qualcuno” non se hai studiato e ti sei impegnato. Continuando a selezionare i figli di chi conta (corrompe o è in cattedra) trasferisce il declino morale della facoltà di medicina al servizio sanitario. Cosa che avviene da anni e della quale constatiamo i degradanti risultati. Il ministro Mussi reagirà? Per ora i condannati dalla Corte di Cassazione sono in cattedra e ancora svolgono la funzione di primari. Visto che altrettanto fanno alcuni parlamentari di che meravigliarsi? La maggioranza silenziosa che lavora onestamente cesserà di farsi complice?

Paolo Cornaglia Ferraris Da “Camici e Pigiami” Inserto “Salute” de “La Repubblica”, 27 settembre 2007

sabato 22 settembre 2007

Raddoppiamo gli stipendi

SONO così vecchio, che i professori della mia giovinezza avevano studiato ai tempi della Riforma Gentile. Non vorrei sopravvalutarla. Né vorrei sopravvalutare l'insegnamento dei miei professori di ginnasio e di liceo: conoscevano male le letterature straniere, e avevano la pessima abitudine di discutere interminabilmente le opinioni di Benedetto Croce su Dante o Leopardi o Ariosto. Ma ce n'erano alcuni straordinari. In primo luogo, meravigliosa conoscenza del greco e del latino, tanto che Giorgio Pasquali sosteneva che i migliori filologi classici provenivano dalle cattedre dei licei.

Poi alcuni avevano un modo d'insegnamento che, in parte, si è perduto. Oggi la letteratura è studiata soprattutto come storia della cultura. Allora, i professori più intelligenti parlavano di Dante o Petrarca o Ariosto o Leopardi come se fossero una parte essenziale della vita quotidiana di ogni ragazzo. Vivevamo in loro e per loro. Uno dei miei professori discorreva di Machiavelli e di Guicciardini con tale passione e divertimento, che noi ne discutevamo tornando a casa e poi ne parlavamo a pranzo con nostro padre e nostra madre, come se tutti i problemi della vita moderna fossero illuminati dal Principe e dai Ricordi.


Molti maestri, e soprattutto maestre, erano meravigliosi: molto più bravi di quelli ai quali De Amicis innalzò un monumento nel Cuore. Appena aprivano bocca, tutto diventava chiaro, limpido, luminoso: i numeri si addizionavano, moltiplicavano e dividevano per conto loro: i verbi irregolari non avevano più misteri; la storia diventava un romanzo d'avventure. Avevano un grande dono comunicativo: uno spirito materno maggiore, probabilmente, di quello che esprimevano a casa; e le violente o pacate tirate d'orecchie, e i rapidi colpi di bacchetta sulle mani, venivano accettati senza ribellione.

Nei piccoli paesi, ogni maestra insegnava a due o tre classi, districandosi non si sa come in quel fantastico garbuglio. Ciascuna aveva un linguaggio e un timbro: tanto che si poteva ritrovare nelle voci dei bambini la voce delle insegnanti. E poi, la bellezza delle calligrafie (io scrivo orribilmente): tondi perfetti, linee slanciate, filettature, eleganze neogotiche. Credo che la perdita della bella calligrafia e dello studio delle poesie a memoria sia stata, come diceva Italo Calvino, una delle principali sconfitte dell'età moderna.

Tutti sapevano che gli stipendi delle maestre e dei professori non erano alti. Ma, in generale, era una cosa dimenticata. Nemmeno i più altezzosi borghesi o aristocratici di Torino ricordavano che gli educatori dei loro figli erano pagati meno dei loro autisti, e che le professoresse non frequentavano le grandi sarte. Esisteva l'inconscia convinzione che i professori non appartenessero a nessuna classe sociale: ma ad uno strano regno, dove né danari né vestiti né vacanze costose avevano importanza.

Sulla condizione dell'insegnamento nei licei, non posso che rinviare ad un libro preciso e piacevole di Paola Mastrocola, che possiede un'esperienza molto più diretta della mia. Ci furono periodi relativamente decorosi. Quello, per esempio, nel quale l'insegnamento nelle medie e nei licei fu assunto, quasi esclusivamente, dalle donne: lo stipendio era basso, ma integrava quello del marito; e poi rimaneva tutto il pomeriggio libero da dedicare ai figli. Ma questo interludio non fu lungo. Presto il Ministero elaborò una quantità mostruosa di materiale burocratico o semiburocratico e paraburocratico - riunioni, commissioni, moduli, discussioni, aggiornamenti, delirii - che distrussero i bei pomeriggi liberi, nei quali passeggiare o giocare con i figli.

Per il resto, la storia della scuola elementare, delle medie e dei licei negli ultimi trent'anni è quella di un rapido disastro. Le cause furono innumerevoli: le conseguenze del voto politico negli anni dopo il 1968: la riforma della scuola elementare, che vide la dissennata suddivisione tra i maestri (come se un solo maestro non fosse capace di insegnare sia aritmetica sia italiano): l'immissione, per motivi politici, di moltissimi pessimi insegnanti: la conseguente mancanza di posti per i giovani laureati: la confusione del Ministero; la stolidità dei programmi e dei non programmi di studio. A un ragazzo di quindici anni bisogna far leggere Delitto e Castigo, che lo sconvolge e travolge, non la per lui incomprensibile Coscienza di Zeno. A questo si aggiunse l'influenza rovinosa di alcuni libri di testo, compilati da professori universitari di tendenza strutturaliste: i quali imposero ai ragazzi di imparare a memoria gli attanti e la diegesi di Gérard Genette, invece di invitarli a comprendere la bellezza e il significato della letteratura.

Tutto questo ha portato alla degradazione della classe degli insegnanti. Cinquant'anni fa, era una non-classe, rispettata anche se non temuta. Oggi, gli stipendi miserabili hanno prodotto una sotto-classe, una specie di sottoproletariato, che possiede a malapena il danaro per vestirsi e nutrirsi, ma non per comprare un libro, sia pure in edicola. Ricordo con strazio la visione di una classe di professori, qualche anno fa: quei golfini spelacchiati, quei vestiti lisissimi. So di dire una cosa banalissima: oggi, quando la sorte della civiltà occidentale è affidata alla specializzazione, un buon liceo e una buona università sono assolutamente necessari. Invece, l'Italia ha perduto la precisione della sua vecchia cultura agricola, quando si sapeva potare un olivo e innestare una vigna. Quasi tutti lavorano in modo confuso ed approssimativo, come se la sorte del mondo non dipendesse dal dono di piantare un chiodo nel punto giusto.

Non è più possibile continuare a pagare i professori delle medie e dei licei, che devono tornare ad essere un'élite, con gli stipendi di oggi. Gli stipendi vanno almeno raddoppiati, e via via aumentati nel corso del tempo. Gli economisti mi risponderanno che i soldi non ci sono: questa proposta porterebbe a una spaventosa catastrofe, a una disastrosa inflazione. Ma so ugualmente bene che, in Italia, quando bisogna sprecarli, i soldi ci sono sempre. Se risparmiassimo sulla rasatura delle guance dei senatori, i profumi e i dopobarba dei deputati, le tinture dei capelli ahimè biancastri delle senatrici, le bare degli assessori veneti, i cuochi e i camerieri del Parlamento, i gelati dell'onorevole Buttiglione, gli stipendi delle stenografe siciliane, i premi letterari (in gran parte finanziati dalle Regioni), la politica estera del presidente Formigoni, potremmo accumulare una ricchezza immensa.

Di Pietro Citati

Da "La Repubblica"

lunedì 17 settembre 2007

Bullismo, il contributo della ricerca fiorentina nel documento siglato a Kandersteg dai principali studiosi mondiali del fenomeno

Sono circa 200 milioni i bambini e i giovani nel mondo vittime di episodi di bullismo: è uno dei dati emersi nella conferenza internazionale svoltasi a Kandersteg, in Svizzera, dall´8 al 10 giugno scorsi.

All´iniziativa ha partecipato anche Ersilia Menesini, associato di Psicologia dello sviluppo presso la facoltà di Psicologia dell´ateneo fiorentino, che ha presentato lo stato degli studi italiani su queste tematiche e le direzioni di intervento a livello governativo (costituzione di osservatori regionali e di un tavolo nazionale di esperti per monitorare il fenomeno, finanziamento di misure specifiche da adottare nelle scuole…). La ricerca fiorentina è, infatti, attiva in questo settore dagli anni ´90.

I lavori del convegno, cui hanno partecipato studiosi di vari paesi europei e di altri continenti, fra cui canadesi, statunitensi, australiani e coreani, sono confluiti in una dichiarazione comune, la "Dichiarazione di Kandersteg", un vero e proprio appello al mondo della ricerca affinché tutti coloro che sono in posizioni di responsabilità si adoperino per mobilitare risorse ed energie al fine di promuovere relazioni salutari tra bambini e tra adolescenti.

I partecipanti si sono confrontati su tematiche emergenti, dal cyber-bullying agli effetti a lungo termine dei comportamenti di bullismo e vittimizzazione, dallo studio dei fattori biologici e sociali sottostanti tali atteggiamenti fino all´analisi critica di sperimentazioni condotte su larga scala volte a prevenire e ridurre tali fenomeni.
Nella "Dichiarazione di Kandersteg contro il bullismo" - che può essere visionata e sottoscritta on line su www.kanderstegdeclaration.org - i partecipanti hanno sottolineato come il fenomeno rappresenti una violazione dei basilari diritti umani e un grave danno economico, culturale e morale per l´intera società civile. Si richiama la necessità di contrastare gli episodi di bullismo in tutti i luoghi dove i bambini e gli adolescenti vivono e l´importanza di attivare politiche sociali e programmi di prevenzione in età precoce, basati sulla ricerca scientifica. I ricercatori pubblicizzeranno la dichiarazione nei rispettivi paesi per contribuire alla diffusione dei valori e delle finalità a cui essa si richiama.

domenica 29 luglio 2007

RECENSIONE

Una interessante recensione del giornalista Fabrizio Del Bimbo su "Per chi suona la campanella" sul sito:www.ifatti.com sotto comunicati.

Lo sguardo di Vincenza Fanizza sulla scuola

L'ultima fatica letteraria della giornalista

Il primo luogo di incontro per ogni bambino al di fuori del guscio protettivo della famiglia è senza alcun dubbio la scuola, mondo variegato, complesso, investito del difficile compito di guidare ed educare le giovani generazioni. La scuola deve rimanere un`opportunità per i ragazzi di oggi, forse la più importante, ma non sempre ce ne rendiamo conto. Ecco che la giornalista Vincenza Fanizza, fiorentina di adozione ha avuto un`idea originale: "intervistare" vari personaggi della cultura, dello spettacolo, della politica, ma pure sconosciuti studenti, docenti e operatori scolastici, suscitando in essi emozioni, pensieri, sogni, ricordi, nel tentativo (ben riuscito!) di tracciare un "ritratto" della scuola. Roberto Vecchioni, Margherita Hack, Cristina Comencini, Sergio Zavoli sono soltanto alcune delle firme più celebri dei vivaci interventi, delle piacevoli testimonianze che compngono il "mosaico" creato da Vincenza Fanizza. Interessante il confronto tra le due testimonianze sull`educandato del Poggio Imperiale scritte da Maria José di Savoia e da Dacia Maraini in epoche differenti. Il libro porta l`allusivo titolo di "Per chi suona la campanella", ed è edito da Valore Scuola (2006) L`auspicio è che diventi un utile strumento per chi lavora nella scuola o semplicemente per chi vuole capire a fondo i giovani. Fabrizio Del Bimbo


giovedì 12 luglio 2007

The Spiderweb Village


FIRENZE- Un futuro migliore e un mondo senza conflitti? Un sogno ma anche un impegno per i bambini del Cisv. Hanno rigorosamente undici anni ( l’età ideale secondo gli organizzatori) e sono arrivati dall’Austria, Ecuador, Filippine, Francia, Giordania, Gran Bretagna, Grecia, Isole Faroe, Israele, Messico, Norvegia, Olanda, Portogallo, Slovenia, Spagna, Usa, oltre che dall’Italia. Sono le 12 delegazioni, che fanno parte del Cisv (Children’s International Summer Villages), l’associazione internazionale di volontariato indipendente e apolitica che promuove l’educazione alla pace e l’amicizia interculturale dei giovani in tutto il mondo, da oltre cinquant’anni.

Dal 29 giugno fino al 26 luglio, per circa un mese, 48 bambini, accompagnati da 12 laeder e da 6 junior, ( ragazzi di 16 anni) stanno vivendo insieme nel “Villaggio Internazionale”, che quest’anno si sta svolgendo presso la scuola elementare “Vittorino da Feltre”, a Ponte a Ema, nel Comune di Firenze.

Giochi, sport e attività culturali scandiscono le loro giornate dove imparano anche a conoscersi per diventare ‘amici’.

“Condividere la vita insieme durante questo mese, imparando a conoscersi e comprendersi anche senza parlare la stessa lingua- spiega Marco Lorusso, il Presidente del Cisv Firenze- è un’occasione concreta per costruire nelle menti e nei cuori di questi ragazzi la predisposizione alla conoscenza, al dialogo ed al confronto anche con persone di altre culture. Il Cisv, infatti, è nato dalla ferma convinzione che una pace durevole sia possibile solo se gli individui e i gruppi hanno la possibilità di convivere come amici e che la chiave per trasformare questa idea in realtà è lavorare con i bambini e con i giovani per prepararli a diventare membri attivi e fautori di una società pacifica”. I programmi del Cisv seguono un modello educativo sperimentale, ossia l’opportunità di imparare dall’esperienza diretta, in cui partecipante e facilitatore condividono la responsabilità di apprendere l’uno dall’altro.

Oltre ai villaggi tante sono le attività dell’associazione: interchange, summer camp, seminar camp, international people project.

La singolare esperienza educativa del Villaggio Internazionale di Firenze, patrocinata da Comune, Provincia, Regione, Quartiere 3, si aprirà al pubblico, in occasione dell’Open day, venerdì 13 luglio, a partire dalle ore 17, presso la Scuola Vittorino da Feltre, in via Chiantigiana, 220. Ogni delegazione, con uno spettacolo teatrale, presenterà al pubblico la propria nazione. Interverranno: Andrea Ceccarelli, presidente del Quartiere 3, Daniela Lastri, assessore all’istruzione del Comune di Firenze e MassimoToschi, assessore alla cooperazione della Regione Toscana.

Di Vincenza Fanizza

Da “Il Corriere di Firenze”, venerdì 13 luglio 2007

martedì 10 luglio 2007

VIDEO PRESENTAZIONE LIBRO

http://www.saveriotommasi.it/per_chi_suona.php

Il cinema di Spike Lee

FIESOLE - “Quando giro un film non sono attirato tanto dalla location quanto dalla storia che c’è dietro quel luogo”.

Così, ieri mattina, in un incontro con la stampa, all’Hotel Villa San Michele, il regista Spike Lee, che, stasera, al Teatro Romano, riceverà il Premio Fiesole ai Maestri del Cinema, inserito all’interno della programmazione dell’Estate Fiesolana e organizzato dal Comune di Fiesole. Una cerimonia sicuramente suggestiva e importante, inserita nella serata “Happy Night. La notte bianca del cinema”, all’interno della quale si terrà anche il concerto del New Trio e proiezioni di film di Spike Lee fino alle prime ore del mattino.

E a salire sul palco del Teatro Romano di Fiesole, per premiare il regista americano, sarà un’ospite d’eccezione, la brava attrice Stefania Sandrelli.

Un riconoscimento particolarmente significativo a un regista che è riuscito a raggiungere il successo internazionale senza mai rinunciare alle proprie tematiche legate agli ambienti urbani e sociali delle comunità africano-americane, mettendone in luce i problemi di discriminazione e di esclusione .

“Tutti i registi che hanno ricevuto questo premio come Spike Lee sono grandi maestri- ha dichiarato Fabio Incatasciato, sindaco di Fiesole- maestri combattenti, che lavorano, che operano, che sono capaci di trasmettere una nuova idea sulla vita, uno sguardo diverso sul mondo. Sono grandi non solo perché hanno costruito bei film ma anche e soprattutto perché ci insegnano a vedere oltre i nostri orizzonti”.

Un rilancio, quest’anno del Premio, grazie anche al contributo ideativo e all’impegno non solo del Comune ma anche della Fondazione Mediateca Regionale Toscana e del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani, Gruppo Toscano.

“I negri, i neri, le persone di colore: c’è una evoluzione non solo di linguaggio, ma di semantica culturale e forse politica quando si definiscono con queste espressioni gli uomini dalla pelle scura- ha sottolineato Ugo di Tullio, presidente Mediateca Regionale-Toscana Film Commission- mostrando così il progressivo passaggio da un giudizio, razzista, a un riconoscimento di dignità naturale, che spetta alla persona, a ogni persona. Un ragionamento semplice che però non rappresenta una realtà univoca, perché oggi il pregiudizio del colore della pelle resiste ancora, sia pure in forme diverse da un secolo fa, e Spike Lee evidenzia tale pregiudizio in tanti suoi lavori”.

Il prestigioso riconoscimento, che nelle passate edizioni, è stato assegnato a registi della levatura di Bernardo Bertolucci, Robert Altman, Theo Anghelopoulos, Arthur Penn, Ken Loach, Peter Greenaway, quest’anno è, dunque, approdato negli Stati Uniti, precisamente a Brooklyn, per premiare un regista innovativo sia per l’uso delle immagini, sia per le problematiche affrontate. E sarà ancora una volta una storia complessa, quella dei sodati americani di colore che hanno combattuto a fianco dei soldati e dei partigiani italiani durante la seconda guerra mondiale, il contenuto del prossimo film che Spike Lee girerà proprio in Italia e in Toscana.

Il film nasce dal romanzo omonimo di James McBride (la sua autobiografia “Il colore dell’acqua” è considerata un classico della letteratura americana) ed è la prima produzione internazionale della nuova società di Roberto Cicutto e Luigi Musini “On my own”.

“Mi piace raccontare la Seconda Guerra Mondiale- ha precisato Spike Lee- perché è stata l’ultima guerra giusta. Tutte le altre, combattute dagli Stati Uniti, sono sbagliate”.

Infine il regista americano ha rivelato che il film che girerà in Italia, sarà molto aderente alla realtà storica, e che il cast sarà internazionale.

di Vincenza Fanizza

Da "Il Corriere di Firenze", Martedì 10 Luglio 2007

lunedì 2 luglio 2007

Benigni dottore honoris causa

FIRENZE-“La bocca sollevò dal fiero pasto quel peccator, forbendola a’capelli del capo ch’elli avea di retro guasto. Poi cominciò…”.

Nel silenzio dell’Aula Magna del Rettorato, in Piazza San Marco, ieri mattina, emozionano i versi di questo canto della Divina Commedia, il trentesimoterzo dell’Inferno, una delle pagine più famose e più umane del poema, in cui Dante racconta la storia di Ugolino della Gherardesca, lasciato morire di fame coi figli e nipoti per ordine dell’arcivescovo Ruggieri, dopo che i nobili e il popolo di Pisa si erano ribellati alla sua signoria.

Di fronte a un numerosissimo pubblico, composto perlopiù da professori illustri e autorità cittadine, il “neo-dottore” Roberto Benigni sceglie proprio questi intensi versi per la sua prima “lezione”, dopo aver ricevuto dal Rettore Augusto Marinelli la laurea honoris causa in Filologia Moderna. Il regista e comico toscano racconta ed è subito show, uno show irresistibile, come sia nata la sua passione per il poema dantesco, una passione nata a Vergaio, in provincia di Prato, nella “Casa del Popolo”, in mezzo a gente semplice, capace però di innamorarsi di Dante, e in mezzo allo scetticismo di “Fioramanti Manlio”, questo personaggio che non sai se sia vero o inventato dalla fantasia di Benigni, un contadino semplice e diffidente che si aspettava “un segno” da parte di Dio per verificare che il viaggio di Dante fosse realmente avvenuto.

Continua, dunque, la due giorni fiorentina del grande regista toscano. Dopo l’inaugurazione de “Lo spazio dello Spirito” al nuovo Ospedale Pediatrico Meyer, di mercoledì pomeriggio, ieri mattina, Benigni torna a parlare del significato della vita, questa volta da una angolazione diversa. Se al Meyer è la sofferenza dei bambini a toccare il suo cuore, ieri mattina, invece, è la bellezza e grandezza del poema dantesco, “ il poema del desiderio”, secondo una sua efficace e poetica definizione.

E’ anche vero che in Roberto Benigni è impossibile distinguere fisicità e cultura, sensibilità e bravura artistica. Tutto si mescola e contribuisce a formare la sua personalità “poliedrica, esuberante, in cui è difficile definire in modo univoco le competenze e le opere, che vanno dalla letteratura al cinema al teatro alla critica alla comunicazione” come ha dichiarato Franca Pecchioli, preside della facoltà di Lettere e Filosofia.

Una laurea quindi ampiamente meritata come spiega la “laudatio” di Anna Nozzoli, ordinario di Letteratura Italiana quando dichiara: “Conferendo a Roberto Benigni la laurea honoris causa in Filologia moderna, la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Firenze è pienamente consapevole di dare un segnale forte e riconoscibile alla città e all’intero Paese, indicando in Benigni non soltanto uno straordinario uomo di spettacolo ma una delle figure capitali della contemporanea cultura italiana”.

Di Vincenza Fanizza

Da “Il Corriere di Firenze”, venerdì 29 giugno 2007

Roberto Benigni al Nuovo Meyer

FIRENZE- Un poeta, semplice e di grande cultura, un incredibile attore, un regista Premio Oscar, che ha saputo tradurre una pagina drammatica della nostra storia con la sensibilità e lo sguardo dell’infanzia. Chi meglio di Roberto Benigni poteva inaugurare, ieri pomeriggio, al nuovo Ospedale Pediatrico Meyer, lo “Spazio dello Spirito” ? Parte proprio da questo luogo, unico nel suo genere, simbolo e metafora della gioia e del dolore, della vita e della morte, l’invito a tutti noi per realizzare un mondo sempre più interculturale.

Roberto Benigni, l’ospite d’eccezione, non si smentisce ma sorprende sempre: sale “a gattoni” le scale dell’Ospedale, dichiara di avere tre anni e qualche giorno, e poi commuove e diverte, fa riflettere e sdrammatizza. Prima di lui, le parole di Benedetta Fantugini, che tenta di esprimere il dolore per la perdita di sua figlia, “il dolore più grande del mondo”, come lo ha definito Benigni, un dolore assurdo e incomprensibile che però Benedetta, questa giovane madre, fragile e forte, è riuscita a trasformare in amore e solidarietà. All’ironia di Roberto Benigni seguono le riflessioni e la saggezza dell’assessore regionale al diritto alla salute Enrico Rossi, in veste di filosofo. A moderare la tavola rotonda il medico-pediatra Gianpaolo Donzelli.

Viene descritto questo nuovo spazio, là dove il significato di dolore, gioia, speranza, preghiera, vita e morte è un momento intimo e di fede, questo luogo di condivisione che l’Ospedale Pediatrico Meyer ha costruito durante il percorso fatto insieme alle Comunità religiose di Firenze. Uno spazio dove persone che professano religioni diverse o che credono nel valore supremo dell’essere umano trovano casa nel pieno rispetto delle identità di ciascuno, delle proprie sensibilità ed espressioni confessionali di culto.

La giornata, organizzata dalla Fondazione Meyer e interamente dedicata allo “Spazio dello Spirito”, si è aperta alle 10 con un’introduzione musicale e la presentazione di Paolo Morello Marchese, Direttore Generale dell’Ospedale Pediatrico e Presidente della Fondazione Meyer. E’ seguita, poi, una nota introduttiva di Mario Primicerio, Presidente della Fondazione Giorgio La Pira. Subito dopo anche le riflessioni di Monsignor Timothy Verdon, presidente della Commissione Diocesana per l’ecumenismo e il dialogo con la Chiesa Cattolica, di Joseph Levi, Rabbino Capo della Comunità Ebraica fiorentina, di padre Giorgio Blatinski, parroco della Chiesa Ortodossa Russa di Firenze e di Gianna Sciclone, pastora Valdese.

Di Vincenza Fanizza

Da “Il Corriere di Firenze”, giovedì 28 giugno 2007

mercoledì 13 giugno 2007

Firenze Festival sbarca a Ginevra


“Tutti i bambini hanno diritto alla scuola. Le nostre firme rappresentano simbolicamente più di 132 milioni di bambini e bambine, tra i 5 e i 14 anni, che lavorano in agricoltura. Il loro appello è anche il nostro. Con le nostre firme esprimiamo il nostro impegno a collaborare con il movimento mondiale contro lo sfruttamento del lavoro minorile”.

E’ alta 10 metri la scultura, al Palazzo delle Nazioni Unite, dove è stata posta la tela tutta colorata con questo appello degli allievi delle scuole della Toscana, che hanno partecipato a Firenze Festival.

La rassegna cinematografica promossa dall’Ente Cassa di Risparmio di Firenze e dall’Isi Produzioni, dopo il successo e la grande partecipazione di pubblico, il 1 giugno scorso, al Teatro Verdi, dove sono stati premiati i film finalisti, sbarca a Ginevra dove ieri, 12 giugno, si è svolta la giornata mondiale contro lo sfruttamento dei bambini in agricoltura. Questo evento si inserisce nella campagna mondiale per l’eliminazione del lavoro minorile ed è promosso dall’Ilo ( Organizzazione Internazionale del Lavoro), l’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di promuovere il lavoro dignitoso e produttivo in condizioni di libertà, uguaglianza, sicurezza e dignità umana per uomini e donne.

Ed è stata proprio Maria Gabriella Lay, presidente dell’Ilo e responsabile mondiale del lavoro minorile, oltre che ideatrice del progetto Scream, che si pone l’obiettivo di sostenere i diritti dei bambini attraverso l’educazione, l’arte e i media, a consegnare a Stefano Angiolini, direttore artistico di Firenze Festival, al Teatro Verdi, in occasione della cerimonia di premiazione, il 1 giugno scorso, un riconoscimento per l’alto valore sociale della rassegna cinematografica rivolta agli studenti toscani.

Inoltre la Ilo ha fatto sottotitolare in lingua inglese alcuni film realizzati dai ragazzi delle scuole toscane che hanno partecipato alla Scuola di Cinematografia di Firenze Festival, per inserirli nel loro portale.

I film scelti dall’Ilo sono: Un fiore vero, Nati domani, Giocattoli e Punto di Vista.

Ancora un importante apprezzamento, dunque, per la rassegna cinematografica di Firenze Festival, che giunta ormai alla settima edizione, dimostra come sia cresciuta non solo nel numero dei partecipanti ma soprattutto per il livello dei temi trattati.


Di Vincenza Fanizza

Da “Il Coriere di Firenze”, mercoledì 13 giugno 2007

martedì 12 giugno 2007

Rilanciamo da questo blog l'appello dell'Iti-Ipia Leonardo Da Vinci, presente già sul sito del Comune di Firenze

L’ITI-IPIA Leonardo da Vinci di Firenze:
un patrimonio d’avanguardia da non disperdere
il Polo Tecnico Professionale appare la risposta più adeguata


MANIFESTO - APPELLO

al Sindaco del Comune di Firenze
ai Presidenti delle Province di Firenze e Prato
al Presidente della Regione Toscana
al Ministro della Pubblica Istruzione

Plasma da più di un secolo a Firenze – grazie al proprio statuto di scuola pubblica profondamente radicata nel territorio - generazioni di dirigenti, tecnici e maestranze che hanno innervato il tessuto connettivo di uno dei più avanzati distretti industriali d’Italia. Nato nell’anno 1900 per sopperire all’incalzante domanda di istruzione tecnica cui lo Stato non era in condizione di far fronte, l’ITI Leonardo da Vinci ha anticipato di decenni il modello di autonomia adottato recentemente dal sistema formativo nazionale. Il successo dell’esperienza accumulata in questo secolo di attività, il prestigio consegnato alla memoria storica di un'intera comunità, appaiono documentati dalle cifre (fino a 3.000 iscritti) e dalla qualità delle leve tecniche fornite al mondo produttivo, alla ricerca, alla stessa classe dirigente di un’area ben più vasta della città o della provincia di Firenze, oltre che dalle testimonianze letterarie, a partire da quella di Vasco Pratolini. Dal 1951, peraltro, all’ITI si è venuto affiancando un prestigioso Istituto Professionale: ambedue offrono - in un’osmosi con significative ricadute didattiche - un panorama di specializzazioni unico in Toscana per ricchezza, complessità e flessibilità. L’ITI-IPIA Leonardo da Vinci è accreditato inoltre presso la Regione Toscana come agenzia formativa, e annovera fra le proprie credenziali rapporti collaudati di collaborazione a servizio di enti territoriali e organi periferici dello Stato.
Ora, è legittimo e sensato che a farsi carico della persistenza e del rilancio di un patrimonio così importante, e tuttavia oneroso, non possa continuare ad essere il solo soggetto pubblico che l’ha sostenuto finora, il Comune di Firenze. E infatti da anni Palazzo Vecchio persegue il disegno di una soluzione atta ad alleggerire le casse locali dall’“anomalia finanziaria” legata agli investimenti in questa grande scuola.
Ma può la sola sede “finanziaria” essere quella in cui conviene cercare risposte all’esigenza di non disperdere risorse così rare ed esemplari come quelle che il Da Vinci legittimamente vanta?

La mera “normalizzazione” dell’ITI attraverso il passaggio alla giurisdizione esclusiva del Ministero della Pubblica Istruzione appare a noi foriera di un rischio serio e concreto: quello di sottrarre originalità ed efficacia a un’esperienza didattica, organizzativa e culturale che proprio nell’alveo del rapporto privilegiato con le istituzioni locali ha potuto produrre il proprio modello e sviluppare la propria tradizione. Si tratta di valori e peculiarità che rischiano di smarrirsi nel processo di omologazione (e di frustrazione?) che il passaggio allo Stato, indolore soltanto sulla carta, è suscettibile di causare invece nel cuore della struttura dell’ITI e nell’atteggiamento dei suoi protagonisti e interpreti quotidiani. Giova ricordare infatti come questa vera e propria cittadella dell’istruzione tecnica e professionale, provvista di tutte le dotazioni di un campus, egregiamente servita dall’attigua stazione ferroviaria di Rifredi, contenga al proprio interno anche altri tratti organizzativi caratteristici che verrebbero irrimediabilmente perduti o messi a repentaglio con la statalizzazione: l’unicità, la coesione e la stabilità dell’organico della scuola (docenti, personale non docente, ausiliario, tecnico e amministrativo, dirigenza); la continuità, l’efficienza e la produttività dei calendari didattici; l’osmosi e le sinergie che solo un processo duraturo di contatto, frequentazione e collaborazione fra insegnanti, discipline e territorio possono assicurare in sede didattica e nei rapporti col mondo del lavoro e delle istituzioni locali.

È possibile a nostro avviso dunque, e altamente auspicabile, che si individui oggi per l’ITI-IPIA Leonardo da Vinci una soluzione capace di scioglierne il nodo finanziario senza pregiudicarne la natura e la tradizione di scuola pubblica d’avanguardia, risorsa culturale, formativa ed economico-sociale per le istituzioni locali. Suggeriamo di perseguire a questo scopo la strada del Polo Tecnico Professionale, proposta – per organismi di natura consortile – dallo stesso Ministero della Pubblica Istruzione nell’ambito dell’attuazione dell’autonomia scolastica. Preservando l’unitarietà, le peculiarità e il valore aggiunto dell’esperienza maturata in così tanti decenni a Firenze presso l’ITI di Rifredi, una soluzione di questo tipo permetterebbe al tempo stesso di mettere alla prova e collaudare le potenzialità legate al modello di Polo Tecnico Professionale in un contesto aggiornato di offerta didattica ed educativa. Una prospettiva che manterrebbe al Da Vinci un ruolo di avanguardia, esattamente come un secolo fa, quando al Comune di Firenze fu chiesto di ‘inventare’ un’istituzione rivelatasi poi strategica. Lo stesso sforzo innovativo può essere richiesto oggi a una costellazione coerente e sinergica di soggetti pubblici, fra i quali lo stesso Ministero della Pubblica Istruzione, che appaghi – piuttosto che mortificare – le attese, le disponibilità e la capacità di progetto che le professionalità presenti nell’organico della scuola esprimono con convinzione.

Associazione ex-allievi
“I Ragazzi della Leonardo - ONLUS”

domenica 10 giugno 2007

"Per chi suona la campanella" al Liceo Rodolico

FIRENZE- Una grande Festa di fine anno, organizzata dagli studenti, insegnanti e dirigente scolastico del Liceo scientifico Rodolico oggi, dalle 9 alle 11,30, presso SMSS Quirico, in via Pisana 576.
In questa occasione saranno presentate tutte le attività svolte dagli studenti dell’Istituto nel corrente anno scolastico: Olimpiadi di Matematica e di Fisica, partecipazione a concorsi letterari, gare sportive, corsi di teatro.
Alla festa parteciperà anche Anna Benedetti, la coordinatrice e organizzatrice della fortunata rassegna letteraria “Leggere per non dimenticare”.
Tra gli ospiti anche Vincenza Fanizza che presenterà il suo ultimo libro “Per chi suona la campanella” (Valore Scuola ed). Un’occasione per parlare della complessa realtà della scuola.
“Il libro è nato- spiega l’autrice- un pomeriggio a cinema tra la neve e la poesia del film ‘Essere e avere’ di Nicolas Philibert”
Una suggestione cinematografica che spinge a riflettere sull’importanza della relazione che si crea a scuola tra l’insegnante e gli alunni.
l libro della Fanizza è una raccolta di interviste, racconti, testimonianze, poesie e canzoni sul pianeta scuola. Da Dacia Maraini a Roberto Vecchioni, da Paolo Crepet a Chiara Gamberale, da Margherita Hack a Cristina Comencini, da Domenico Starnone a Marco Lodoli: tutti svelano i loro sogni e talvolta i loro veleni o si soffermano a descrivere sentimenti ed emozioni.
Tra i diversi interventi anche i poetici “Autoritratti” di alcuni studenti del Liceo scientifico Rodolico.

Da il "Corriere di Firenze", 9 Giugno 2007


venerdì 8 giugno 2007

Nasce a Firenze la “Libreriacafé”


FIRENZE- E’ proprio nel cuore di Firenze, in Borgo San Frediano, 20r, il caffè letterario più “giovane” della città, dove l’aroma del caffè si mescola all’odore buono della carta dei libri.

Nasce a Firenze “La Cité”, il nuovo spazio polifunzionale, aperto dalle 10,30 fino all’una di notte, voluto, progettato e costruito da una cooperativa di sei giovani accomunati proprio dalla passione per i libri.

“Abbiamo immaginato questo luogo non solo come un bar o una sala da tè ma soprattutto come un laboratorio di sperimentazione culturale- spiega Federico Tomasello, uno dei soci della cooperativa- perché pensiamo che il libro non sia soltanto una merce di consumo ma un’esperienza importane della vita umana. Vogliamo dar vita a una comunità di lettori. Sogniamo non una città-vetrina ma una città diversa, più creativa dove ci sia scambio di idee, dialogo, comunicazione”.

La “Libreriacafé LaCité” è dunque uno spazio interculturale e polivalente, dove si potrà leggere, acquistare libri, ascoltare musica dal vivo o conversare gustando crostate equo e solidali. Un luogo caldo e accogliente dove tutto, dagli scaffali delle librerie ai tavoli e all’arredamento, è stato costruito proprio dai giovani della cooperativa Spem, parola che “vuole significare- precisa Alberto Becucci, il musicista del gruppo- prima di tutto speranza ma anche Spazio Polivalente per le Eccedenze Metropolitane, dove eccedenza indica ciò che abita altrove, che trabocca e sorpassa i confini della città-merce”.

Il locale si inaugura oggi, alle 18, con un aperitivo. Alle 21,30 il reading musicato dal vivo “Mangiare la luna” di Cristina Abati e Massimo Fantoni (edizioni Zona- Collana “Level 48”).

E’ già molto fitto il programma degli eventi per il mese di giugno della “Libreriacafé”: serate dedicate al tango argentino, tutti i martedì, corsi di scrittura creativa, concerti, spettacoli, presentazioni di libri.

“Questo luogo è interattivo- conclude Sara Cassai- siamo quindi disposti e aperti ad accogliere nuove idee e progetti”.

Di Vincenza Fanizza

Da “Il Corriere di Firenze”, mercoledì 6 giugno 2007

“Per chi suona la campanella” è anche alla Libreriacafé- La Cité

lunedì 4 giugno 2007

Recensioni Firenze Festival

Quando i bambini diventano registi

Vincenza Fanizza

FIRENZE- I bambini di una scuola elementare, di fronte alle cose belle del proprio territorio, si lamentano del fatto che gli adulti non si soffermano a vederle. Allora, usando la loro fantasia e il loro estro, realizzano un accorgimento particolare che invoglia gli adulti a recarsi ad ammirarle. Un nuovo “Punto di vista” per guardare il mondo e la nostra vita? E’ quello che ci presenterà, venerdì 1 giugno, al Teatro Verdi, uno dei tanti film, realizzati dagli studenti toscani che hanno partecipato quest’anno a “Firenze Festival”, la rassegna cinematografica, promossa dall’Ente Cassa di Risparmio di Firenze e dall’Isi Produzioni , che insegna ai bambini e agli adolescenti ad esprimersi attraverso il linguaggio delle immagini e dei suoni.

Il progetto, ormai giunto alla settima edizione, ha visto, negli anni, crescere sia il numero dei partecipanti che il livello dei temi trattati.

Infatti, al Teatro Verdi, venerdì prossimo, l’agenzia dell’Onu International Labour Office- Ilo- consegnerà un riconoscimento a Firenze Festival per l’alto valore sociale della rassegna cinematografica rivolta agli studenti toscani.

Saranno consegnati, in questa occasione, dopo la proiezione delle opere in concorso, anche i Delfini d’oro e le Targhe d’argento ai ragazzi delle scuole primarie e secondarie di 1° grado che hanno realizzato i film vincitori.

Firenze Festival è un lungo appuntamento che comincia a novembre e finisce a fine maggio. “C’è bisogno di insegnare ai ragazzi che vogliono comunicare con il linguaggio degli audiovisivi – spiega il direttore artistico Stefano Angiolini- come deve essere utilizzata la telecamera, i microfoni e gli altri strumenti tecnici, ma prima ancora è necessario spiegare come nasce l’idea di un film, come si trasforma un racconto scritto in una sceneggiatura, quali sono i compiti e le responsabilità del regista, dello sceneggiatore, del direttore della fotografia e di tutte le altre figure che sono indispensabili per il risultato finale. A questo punto ogni partecipante sceglie il proprio ruolo, sempre con l’aiuto degli insegnanti di riferimento, nell’ambito di un gruppo di lavoro. E i ragazzi imparano che nel cinema i migliori risultati si ottengono lavorando insieme”.

Da “Il Corriere di Firenze”, giovedì 31 maggio 2007

La fantasia sfrenata diventa film

FIRENZE- Una grande Festa, venerdì 1 giugno, al Teatro Verdi, in via Ghibellina, 99, per tutta la giornata, a partire dalle 9,30, per Firenze Festival, la Rassegna Cinematografica, che anche quest’anno, si conclude con la proiezione delle opere finaliste e la premiazione dei vincitori.

Un fiore vero, Giocattoli, Il vincitore, Nati domani, Oggi come ieri, Ritorno al futuro, Punto di vista, Questo cuore è tuo? Titoli suggestivi e contenuti impegnati per questa settima edizione di Firenze Festival che affida la macchina da presa ai piccoli registi in classe.

Si va dai bambini che decidono di costituire una squadra speciale per salvare il pianeta Terra, al “vincitore” solo nel mondo virtuale, dal confronto tra il mondo della comunicazione dei giovani di ieri e quello dei giovani di oggi, alla presa di coscienza che per vivere nelle città di oggi “Ci vuole un fisico bestiale”, dall’esortazione a non sprecare un bene prezioso come l’acqua, al tema dell’educazione stradale.

Alcuni dei film di quest’anno si inseriscono anche nel progetto Scream promosso dalla Ilo-Agenzia Onu- e trattano del terribile tema dei bambini soldato, raccontano che i bambini, prima di nascere, vivono tutti insieme in un luogo particolare e, in attesa dell’evento, si interrogano su come sarà il mondo che abiteranno; esortano a prendere coscienza del problema del lavoro minorile.

Ci sono, quest’anno, per la prima volta, anche i bambini di una scuola materna che esprimono la loro solidarietà a tutti i coetanei a cui è negato perfino un giocattolo e lo fanno costruendo un film dove loro stessi interpretano giocattoli che prendono vita.

Inoltre, durante il Festival, sarà rappresentato lo spettacolo teatrale “Pinocchio” in dialetto napoletano, messo in scena dai ragazzi del Laboratorio teatrale “Teatrando” di Secondigliano (Napoli) con la regia di Carlo Valastro.

Da “Il Corriere di Firenze”, giovedì 31 maggio 2007

Premiazione Firenze Festival


“Per chi suona la campanella” è nato, come è ormai noto, da una suggestione cinematografica. Forse anche per questo motivo sono stata invitata, come ospite, venerdì 1 giugno, al Teatro Verdi, alla premiazione di “Firenze Festival”. Ho avuto così l’occasione di vedere tutti i bellissimi film finalisti e la possibilità di presentare ancora una volta il mio libro. Il pubblico era vivacissimo e molto attento.

Erano presenti anche altri ospiti: Cesare Angotti, Direttore Generale Ufficio Scolastico Regionale per la Toscana, Giuseppe Carrisi, Giornalista, Scrittore, Francesco Crispino, Docente di Storia del Cinema, Luciana Della Fornace, presidente Agiscuola, Paola Giovetti, Giornalista, Scrittrice, Giacomo Guerrera, Vice Presidente Unicef Italia, Stefania Ippoliti, Direttrice Mediateca Toscana, Michele Jankanish, Direttrice del programma internazionale per l’eliminazione del lavoro minorile (Ipec) della Ilo- agenzia Onu, Maria Gabriella Lay, Responsabile della Campagna Mondiale per l’eliminazione del lavoro minorile nell’ambito dell’Ilo- agenzia Onu, Daniela Lastri, Assessore alla Pubblica Istruzione del Comune di Firenze, Zohreh Tabatabai, Direttrice del Dipartimento della Comunicazione International Labour Organization (Ilo)- agenzia Onu.

domenica 3 giugno 2007

Per i ragazzi la campanella suona al Teatrino del Gallo

FIRENZE- Al via le tante attività culturali del Teatrino del Gallo, il nuovo spazio della Libreria Libri Liberi di via San Gallo, 25r.

Particolare interesse e una grande partecipazione mercoledì 9 e giovedì 10, le due giornate dedicate a “Cinema & Scuola”, una collaborazione della Libreria Libri Liberi, della Mediateca Regionale Toscana e di Valore Scuola edizioni.

Dal libro “Per chi suona la campanella” (Valore Scuola ed.) di Vincenza Fanizza, “nato - come scrive l’autrice - un pomeriggio al cinema tra la poesia e la neve del film ‘Essere e avere’ di Nicolas Philibert”, l’idea di un laboratorio di cinema e scrittura per gli studenti di alcune scuole superiori fiorentine e una tavola rotonda su “Cinema & Scuola”.

Hanno partecipato all’iniziativa due classi dell’Istituto Tecnico Agrario, dell’Educandato della SS. Annunziata e di alcune scuole medie di Salerno, a Firenze per uno scambio con il Poggio.

Nelle mattine del 9 e 10 maggio, dunque, proiezioni di film e dibattiti sul tema “La scuola della memoria: parole e immagini a confronto”.

Tanti gli ospiti intervistati dai ragazzi: Gianfranco Draghi, Sveva Fedeli, Michele Gesualdi, Laura Lodigiani, Giovanna Mattolini, Massimo Mori e Marina Poggesi.

Nel pomeriggio di mercoledì, dopo l’inaugurazione, in una sala della Libreria Libri Liberi, della mostra “Artisti per la scuola”, un’esposizione delle copertine della rivista “Valore Scuola”, illustrate da 20 artisti, alle 17,30 la giornalista Laura Lodigiani ha presentato il libro, a più voci, “Per chi suona la campanella” di Vincenza Fanizza.

“Un libro- ha detto la Lodigiani- che assomiglia al montaggio di un film. C’è una sorta di regia cinematografica; non manca neanche la colonna sonora perché l’autrice ha inserito anche la musica”.

“Una ricerca appassionata e scientifica che vuole essere una ricerca di identità della scuola. Una lettura leggera e divertente che semina idee- ha precisato l’editore Ermanno Detti.

Il libro è stato presentato anche con il video, realizzato dagli insegnanti Maresa D’Arcangelo e Arturo Giannatasio dell’Istituto Tecnico Agrario, insieme agli studenti della 2G, nel Laboratorio Multimediale della Provincia di Firenze.

Alla presentazione è seguita la tavola rotonda su “Cinema & Scuola”, a cui hanno partecipato Stefano Angiolini, Maresa D’Arcangelo, Stefania Ippoliti, Daniela Lastri, Vittorio Rossi, Camilla Speranza, Edoardo Semmola e don Giacomo Stinghi.

Ricchi di stimoli e molto interessanti tutti gli interventi dei relatori. Tra gli altri, ricordiamo le osservazioni di Stefania Ippoliti, direttrice della Mediateca Regionale Toscana che ha sottolineato come sia importante imparare a decodificare il linguaggio dei media per diventare spettatori critici e non passivi, le riflessioni di don Giacomo Stinghi sulla sensibilità e fragilità dei giovani di oggi e la suggestiva storia della scuola del Poggio, raccontata da Maria Rosaria Bortolone, direttrice e preside dell’Educandato della SS. Annunziata.

Da “Il Corriere di Firenze”, sabato 12 maggio 2007

domenica 29 aprile 2007

La scuola della memoria parole e immagini a confronto

F o n d a z i o n e

Mediateca Regionale Toscana

Toscana Film Commission

Gli incontri avranno luogo nei giorni 9 e 10 maggio presso il “Teatrino del Gallo”, in Via San Gallo 25

Programmazione e Titolo della manifestazione:

Per chi suona la campanella

La scuola della memoria: parole e immagini a confronto

Mercoledì 9 maggio 2007

Mattina Ore 9,00 – 12,30

Un saluto di Alessandra Maggi, presidente dell’Istituto degli Innocenti di Firenze.

Due classi di studenti, dell’Istituto Tecnico Agrario e della S.S. Annunziata

Ore 9,00 proiezione del film Don Milani: un priore di Barbiana di Antonio e Andrea Frazzi.

Ore 11,00 pausa

Ore 11,20 inizio Talk Show. Conduce Marco Lorusso

Intervengono:

Michele Gesualdi, Elettra Morini, Massimo Mori, Sveva Fedeli

Pomeriggio: ore 17, 30 Presentazione del libro “Per chi suona la campanella” di Vincenza Fanizza (Valore Scuola ed.)

Ore 18,00 – 20,00 tavola rotonda:

Cinema e scuola –Intervengono: Daniela Lastri, don Giacomo Stinghi, Stefano Angiolini, Elisabetta Barsantini, Ermanno Detti, Stefania Ippoliti, Elisabetta Olobardi,Vittorio Rossi, Edoardo Semmola, Anna Maria Villari

Coordina: Maria Rosaria Bortolone, la dirigente dell’Educandato della SS. Annunziata di Firenze.

Giovedì 10 maggio 2007

Mattina Ore 9,00 – 12.30

Due classi di studenti dell’Istituto Tecnico Agrario e della S.S. Annunziata

Ore 9,00 proiezione del film “Essere e avere” di Nicolas Philibert

Ore 11,30 inizio Talk Show. Conduce Marco Lorusso

Intervengono: Maresa D’Arcangelo, Laura Lodigiani, Giovanna Mattolini, Marina Poggesi,


Inoltre, da lunedì 7 a sabato 14 maggio, in una sala della Libreria “Libri Liberi” di via San Gallo, si terrà una mostra della rivista “Valore Scuola”, in particolare delle copertine disegnate da 20 artisti. L’esposizione sarà inaugurata mercoledì 9 maggio, alle 17, dall’artista Marco Fioramanti e dagli editori della rivista, Ermanno Detti e Anna Maria Villari.

Dr.ssa Sveva Fedeli

Coordinatrice Attività Educative per il Sociale

Via San Gallo 25 – 50129 - Firenze - Tel. 055/2719029

E-mail: sociale@mediatecatoscana.net

giovedì 29 marzo 2007

Continua tu......

Se, dopo aver letto il libro, hai anche tu voglia di scrivere un commento, una riflessione, un racconto, un ricordo di scuola…

invialo a: vincenzafanizza@gmail.com

Potrai far parte della seconda edizione di “Per chi suona la campanella”

lunedì 19 marzo 2007

Da alcune recensioni


“…Può succedere che apri un libro sulla scuola e lo leggi tutto d’un fiato. Perché scivola leggero senza essere superficiale. Perché parla della scuola attraverso numerose voci, le più diverse. E ne viene fuori un racconto corale, che ti pone davanti, senza ghirigori, pregi e difetti il pianeta scuola, fondamento di ogni società che si rispetti”

Riccardo Cardellicchio - “Il Corriere di Firenze”


“Un libro nato un pomeriggio a cinema tra la neve e la poesia del film di Nicolas Philibert ‘Essere e avere’. Un film che, come ha scritto giustamente Liberation, è ‘un elogio del lavoro di insegnante. Un mestiere che, l’avevamo dimenticato, è il più bello del mondo’.

Il libro di Vincenza Fanizza è una deliziosa raccolta di testi, o meglio, testimonianze di chi la scuola l’ha vissuta giorno dopo giorno…”

Costanza Baldini- intoscana.it

Per chi suona la campanella” si conclude con l’immagine di una valigia e la canzone “Crescerai” dei Nomadi ma in realtà non ha una fine perché tutti i lettori vorrebbero continuare il racconto con i loro ricordi di scuola.

Laura Lodigiani- magazine.it

Comunicato Stampa

Il libro “Per chi suona la campanella” di Vincenza Fanizza (Valore Scuola ed.) con la prefazione di Alessandra Maggi, presidente dell’Istituto degli Innocenti di Firenze, ha suscitato un certo interesse e, dopo la presentazione alla Libreria Feltrineli, di via de’Cerretani, 30/32r, a Firenze, avvenuta giovedì 8 Febbraio, con grande partecipazione di pubblico, sarà presentato anche fuori della nostra città.

Mercoledì 28 marzo, alle 21, sarà Nilo Sani, assessore alle Politiche Educative, Sociali e Sanitarie del Comune di Incisa a presentare il libro nella Sala Consiliare del Palazzo Comunale, in via del Municipio, 5, a Incisa in Val d’Arno.

Ci saranno letture degli attori Graziano Dei e Saverio Tommasi e una performance dell’artista Chiara Riondino. Sarà presente l’autrice.

L’iniziativa si inserisce nell’ambito della prima edizione di una Rassegna Libraria, che prevede incontri con autori e presentazioni di libri, rassegna iniziata martedì 13 marzo e che andrà avanti fino a sabato 12 maggio.

Inoltre “Per chi suona la campanella” sarà presentato a Roma a “Docet- Idee e materiali per l’educazione”, alla Fiera dell’editoria scolastica, sabato 31 marzo, alle 17. Saranno presenti gli editori Ermanno Detti e Anna Maria Villari e l’autrice.

Per maggiori informazioni: www.perchisuonalacampanella.blogspot.com

sabato 17 marzo 2007

Rassegna Libraria a Incisa

Come suscitare l’amore per la lettura? A Incisa in Val d’Arno ci ha pensato Nilo Sani, assessore alle Politiche Educative, Sociali e Sanitarie del Comune, che ha ideato una interessante “Rassegna Libraria” che prevede incontri con scrittori e presentazioni di libri. L’iniziativa è curata da Elisabetta Bargilli, responsabile della Biblioteca Comunale.

La Sala Consiliare e il Museo di Arte Sacra sono i prestigiosi luoghi dove si svolgeranno gli eventi, alcuni pomeridiani e altri serali.

“L’idea nasce dalla proposta di un circolo di lettura dello scorso anno- spiega l’assessore Sani- Mi è sembrato interessante e soprattutto utile organizzare questa prima edizione della Rassegna Libraria, aperta a tutti, in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura e l’Amministrazione Comunale”.

Gli incontri, che hanno preso il via martedì scorso, alle 21, con la presentazione del libro “Una zebra a pois” di Pamela Galloni, continueranno fino al 25 maggio, quando sarà presentato, nel Museo di Arte Sacra, alle 21, il libro “L’ammazzabambini” di Patrizia Guarnieri.

Il secondo appuntamento della Rassegna è dedicato a “Per chi suona la campanella”(Valore scuola ed.) di Vincenza Fanizza, un libro a più voci, che racconta il viaggio poetico, reale e talvolta surreale, nel pianeta scuola. L’incontro si svolgerà mercoledì 28 marzo, alle 21, nella Sala Consiliare, in Piazza del Municipio, 5. Ci saranno letture di Graziano Dei e Saverio Tommasi. Performance di Chiara Riondino.

Sabato 14 aprile, alle 17, sempre nella Sala Consiliare, sarà Massimo Biagioni a presentare “ Nada la ragazza di Bube”.

Gli incontri proseguiranno domenica 22 aprile, alle 21, con “In ricordo di Antonio Degl’Innocenti” maestro e filosofo, di Andrea Greco. Il libro sarà presentato presso il Circolo La Massa.

Sarà poi Paul Ginsborg a presentare il suo ultimo lavoro, “La democrazia che non c’è”, venerdì 11 maggio, alle 17, nel Museo di Arte Sacra.

Un incontro dedicato interamente alle Cinque Terre, sabato 12 maggio, alle 17, nel Museo di Arte Sacra, in cui verrà presentato il volume “Acque dell’utile e di delizia”, curato da L. Rombai e G.C. Romby.

Per informazioni: Biblioteca Comunale, tel: 0558333443



di Vincenza Fanizza

Da “Il Corriere di Firenze”- Sabato 17 marzo 2007 - Terza Pagina

domenica 4 marzo 2007

Presentazioni del mese di Marzo

Per chi suona la campanella” sarà presentato mercoledì 28 marzo, alle 21, nella Sala Consiliare del Palazzo Comunale di Incisa (Firenze), dall’assessore all’istruzione Nilo Sani. Letture di Graziano Dei e Saverio Tommasi. Performance di Chiara Riondino.

Per chi suona la campanella” sarà, poi, presentato a Roma, nello stand di Valore Scuola A 20, a “Docet - Idee e materiali per l’educazione”, la Fiera dell’editoria scolastica, sabato 31 marzo, alle 17,. Interverranno: Ermanno Detti, direttore Valore Scuola e Anna Maria Villari, vicedirettore Valore Scuola. Sarà presente l’autrice.

mercoledì 21 febbraio 2007

HANNO DETTO.....

Con uno stile cinematografico Vincenza Fanizza racconta la complessa realtà della scuola. Per chi suona la campanella si legge tutto d’un fiato…”

Stefano Angiolini, regista

“I libri che parlano di scuola, quasi sempre, sono noiosi. Per chi suona la campanella, invece, è leggero e divertente, senza essere superficiale”

Chiara Riondino, cantante e insegnante

“ Il libro è veramente strepitoso! Sarà che mi sento sempre uno scolaro, ma nel leggerlo mi sono divertito (cullandomi nei ricordi), ma anche visibilmente arrabbiato (pensando a quanti insegnanti non usano bene il loro tempo!).

Veramente un ottimo lavoro, anche di ricerca e selezione, certo non facile!”

Saverio Tommasi, attore e studente di Lettere

“Un libro originale per la contaminazione di linguaggi diversi…”

Maria Rosaria Bortolone, direttrice dell’Educandato SS. Annunziata di Firenze


domenica 11 febbraio 2007

La scuola secondo Vincenza Fanizza

Si è trattato di un pomeriggio tutto dedicato all'universo della scuola quello svoltosi giovedì scorso alla Libreria Feltrinelli di via de' Cerretani. Tanti gli interventi interessanti, insieme alle canzoni di Chiara Riondino e alle letture dell'attore Saverio Tommasi

L'occasione è stata offerta dalla presentazione di "Per chi suona la campanella" della giornalista Vincenza Fanizza, pubblicato da "Valore Scuola". Sono intervenuti, oltre all'autrice, gli editori Ermanno Detti e Anna Maria Villari, Alessandra Maggi, presidente dell'Istituto degli Innocenti di Firenze e Marzia Monciatti, già assessore all'istruzione della Provincia di Firenze. A moderare l'incontro Raffaella Galamini, caporedattore del Corriere di Firenze.

"La scuola come luogo ed occasione di esperienza, di incontri, di gioie e di amarezze, di riconoscimenti e di distacchi, di parole e dialoghi- ha sottolineato Alessandra Maggi, che ha scritto la prefazione del libro- una comunità punto di riferimento per tutti i bambini e i ragazzi. Nelle pagine di Vincenza Fanizza trova ancora una volta conferma il fatto che la scuola sia una grande opportunità per tutti, a maggior ragione oggi, in un momento storico nel quale le differenze e le diffidenze sembrano accrescersi, bambini e ragazzi paiono come spaesati e frastornati ed assieme con loro le famiglie, dai molti modelli spesso contraddittori".

"Per chi suona la campanella" è nato, come ha spiegato l'autrice, un pomeriggio, a cinema tra la poesia e la neve del film "Essere e avere " del regista Nicolas Philibert.

Un film che ci fa riflettere sull'importanza della relazione che, a scuola, si crea tra il maestro e l'alunno. E' questo il segreto per "stare bene" a scuola, sembra suggerirci Philibert.

"L'autrice, con questo libro- ha, poi, precisato Anna Maria Villari- ci trasporta proprio all'interno delle aule scolastiche. Un viaggio nel tempo per ritrovare le atmosfere e le rigide regole della scuola di ieri, uno spaccato ironico e disincantato sulla scuola di oggi e un'idea su come potrebbe essere la scuola del futuro".

Un libro a più voci, in cui studenti, insegnanti e personaggi 'illustri' portano la loro testimonianza. Da Dacia Maraini a Roberto Vecchioni, da Paolo Crepet a Chiara Gamberale, da Margherita Hack a Cristina Comencini, da Domenico Starnone a Marco Lodoli: tutti svelano i loro sogni e talvolta i loro veleni o si soffermano a descrivere sentimenti ed emozioni.

Uno sguardo insolito, realistico e poetico, a tratti surreale, in una sorta di ricerca appassionata e scientifica insieme.

"Un libro gradevole, vivace, composto da brevi e fulminanti interventi, che vogliono essere anche una ricerca di identità della scuola", ha sottolineato l'editore Ermanno Detti.

"Vorremmo che tutti gli insegnanti- ha concluso Raffaella Galamini- fossero come dice Marco Lodoli nell'intervista riportata in questo libro: adulti che hanno ancora il piede nei loro diciassette anni, che è poi l'età delle grandi domande".

Il Corriere di Firenze, domenica 11 Febbraio 2007- Terza Pagina

venerdì 9 febbraio 2007

Da Beppe Carletti

Cara Vincenza,

prima di ogni cosa vorrei ringraziarti per aver inserito la canzone
"Crescerai" nel tuo libro. "Crescerai" è un brano molto importante e
significativo nel repertorio dei Nomadi, ci piace eseguirlo insieme ai
bambini che salgono sul palco perchè è a loro che è dedicata, alla loro
spensieratezza, alla gioia per le cose più semplici, alla voglia di
diventare grandi. Quella fanciullezza che un pò tutti rimpiangiamo.
La canzone è nata nel 1973, a Garlasco di Pavia, dovevamo suonare al
pomeriggio e alla sera, nell'intervallo fra i due concerti, abbiamo pensato e
scritto il brano.
Ti auguro un buon lavoro.

Con affetto e stima.
Beppe Carletti