FIRENZE- Un poeta, semplice e di grande cultura, un incredibile attore, un regista Premio Oscar, che ha saputo tradurre una pagina drammatica della nostra storia con la sensibilità e lo sguardo dell’infanzia. Chi meglio di Roberto Benigni poteva inaugurare, ieri pomeriggio, al nuovo Ospedale Pediatrico Meyer, lo “Spazio dello Spirito” ? Parte proprio da questo luogo, unico nel suo genere, simbolo e metafora della gioia e del dolore, della vita e della morte, l’invito a tutti noi per realizzare un mondo sempre più interculturale.
Roberto Benigni, l’ospite d’eccezione, non si smentisce ma sorprende sempre: sale “a gattoni” le scale dell’Ospedale, dichiara di avere tre anni e qualche giorno, e poi commuove e diverte, fa riflettere e sdrammatizza. Prima di lui, le parole di Benedetta Fantugini, che tenta di esprimere il dolore per la perdita di sua figlia, “il dolore più grande del mondo”, come lo ha definito Benigni, un dolore assurdo e incomprensibile che però Benedetta, questa giovane madre, fragile e forte, è riuscita a trasformare in amore e solidarietà. All’ironia di Roberto Benigni seguono le riflessioni e la saggezza dell’assessore regionale al diritto alla salute Enrico Rossi, in veste di filosofo. A moderare la tavola rotonda il medico-pediatra Gianpaolo Donzelli.
Viene descritto questo nuovo spazio, là dove il significato di dolore, gioia, speranza, preghiera, vita e morte è un momento intimo e di fede, questo luogo di condivisione che l’Ospedale Pediatrico Meyer ha costruito durante il percorso fatto insieme alle Comunità religiose di Firenze. Uno spazio dove persone che professano religioni diverse o che credono nel valore supremo dell’essere umano trovano casa nel pieno rispetto delle identità di ciascuno, delle proprie sensibilità ed espressioni confessionali di culto.
La giornata, organizzata dalla Fondazione Meyer e interamente dedicata allo “Spazio dello Spirito”, si è aperta alle 10 con un’introduzione musicale e la presentazione di Paolo Morello Marchese, Direttore Generale dell’Ospedale Pediatrico e Presidente della Fondazione Meyer. E’ seguita, poi, una nota introduttiva di Mario Primicerio, Presidente della Fondazione Giorgio
Da “Il Corriere di Firenze”, giovedì 28 giugno 2007
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