Copertina

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Uno sguardo insolito, realistico e poetico sulla scuola. Punti di vista, ricordi, interventi, di personaggi della cultura, dello spettacolo, della politica raccolti da una giornalista e scrittrice. Da Dacia Maraini a Roberto Vecchioni, da Paolo Crepet a Chiara Gamberale, da Margherita Hack a Cristina Comencini, da Domenico Starnone a Marco Lodoli: tutti svelano i loro sogni e, talvolta, i loro veleni.

lunedì 2 luglio 2007

Benigni dottore honoris causa

FIRENZE-“La bocca sollevò dal fiero pasto quel peccator, forbendola a’capelli del capo ch’elli avea di retro guasto. Poi cominciò…”.

Nel silenzio dell’Aula Magna del Rettorato, in Piazza San Marco, ieri mattina, emozionano i versi di questo canto della Divina Commedia, il trentesimoterzo dell’Inferno, una delle pagine più famose e più umane del poema, in cui Dante racconta la storia di Ugolino della Gherardesca, lasciato morire di fame coi figli e nipoti per ordine dell’arcivescovo Ruggieri, dopo che i nobili e il popolo di Pisa si erano ribellati alla sua signoria.

Di fronte a un numerosissimo pubblico, composto perlopiù da professori illustri e autorità cittadine, il “neo-dottore” Roberto Benigni sceglie proprio questi intensi versi per la sua prima “lezione”, dopo aver ricevuto dal Rettore Augusto Marinelli la laurea honoris causa in Filologia Moderna. Il regista e comico toscano racconta ed è subito show, uno show irresistibile, come sia nata la sua passione per il poema dantesco, una passione nata a Vergaio, in provincia di Prato, nella “Casa del Popolo”, in mezzo a gente semplice, capace però di innamorarsi di Dante, e in mezzo allo scetticismo di “Fioramanti Manlio”, questo personaggio che non sai se sia vero o inventato dalla fantasia di Benigni, un contadino semplice e diffidente che si aspettava “un segno” da parte di Dio per verificare che il viaggio di Dante fosse realmente avvenuto.

Continua, dunque, la due giorni fiorentina del grande regista toscano. Dopo l’inaugurazione de “Lo spazio dello Spirito” al nuovo Ospedale Pediatrico Meyer, di mercoledì pomeriggio, ieri mattina, Benigni torna a parlare del significato della vita, questa volta da una angolazione diversa. Se al Meyer è la sofferenza dei bambini a toccare il suo cuore, ieri mattina, invece, è la bellezza e grandezza del poema dantesco, “ il poema del desiderio”, secondo una sua efficace e poetica definizione.

E’ anche vero che in Roberto Benigni è impossibile distinguere fisicità e cultura, sensibilità e bravura artistica. Tutto si mescola e contribuisce a formare la sua personalità “poliedrica, esuberante, in cui è difficile definire in modo univoco le competenze e le opere, che vanno dalla letteratura al cinema al teatro alla critica alla comunicazione” come ha dichiarato Franca Pecchioli, preside della facoltà di Lettere e Filosofia.

Una laurea quindi ampiamente meritata come spiega la “laudatio” di Anna Nozzoli, ordinario di Letteratura Italiana quando dichiara: “Conferendo a Roberto Benigni la laurea honoris causa in Filologia moderna, la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Firenze è pienamente consapevole di dare un segnale forte e riconoscibile alla città e all’intero Paese, indicando in Benigni non soltanto uno straordinario uomo di spettacolo ma una delle figure capitali della contemporanea cultura italiana”.

Di Vincenza Fanizza

Da “Il Corriere di Firenze”, venerdì 29 giugno 2007

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