Copertina

Copertina
Uno sguardo insolito, realistico e poetico sulla scuola. Punti di vista, ricordi, interventi, di personaggi della cultura, dello spettacolo, della politica raccolti da una giornalista e scrittrice. Da Dacia Maraini a Roberto Vecchioni, da Paolo Crepet a Chiara Gamberale, da Margherita Hack a Cristina Comencini, da Domenico Starnone a Marco Lodoli: tutti svelano i loro sogni e, talvolta, i loro veleni.

martedì 23 dicembre 2008

domenica 21 dicembre 2008


“Non esiste un vascello veloce come un libro per portarci in terre lontane,

né corsieri come una pagina di poesia che si impenna.

Questa traversata può farla anche il povero senza oppressione di pedaggio.

Tanto è frugale il carro dell’anima”

Emily Dickinson

lunedì 15 dicembre 2008

Verba volant, rivolta manet


FIRENZE- I medici in formazione specialistica dell’Università degli Studi di Firenze dalle ore 8 di oggi fino alle ore 8 di domani si asterranno dall’attività assistenziale e stamani si recheranno a Roma, insieme agli specializzandi di tante altre città italiane, per una manifestazione nazionale e un sit-in davanti al Ministero del Lavoro, Salute e Politiche Sociali.
E’ ormai una forte mobilitazione che va avanti già da parecchi mesi, in tutta Italia.
Il motivo riguarda i rapporti di questa categoria con l’Inps.
“Gli specializzandi- spiega Tommaso Buccioni, specializzando di Medicina Interna- se da una parte sono ancora studenti universitari che frequentano le diverse scuole di specializzazione e devono studiare e sostenere esami per passare all’anno successivo, dall’altra vengono considerati anche come lavoratori perché hanno un contratto di formazione. Pertanto devono pagare una aliquota contributiva all’Inps, una quota ridotta, il 17% perché sono già obbligati per legge a versare i contributi previdenziali all’Enpam (Cassa di previdenza di categoria). Invece una recente circolare dell’Inps ha deciso che gli specializzandi devono pagare all’Inps l’aliquota previdenziale in misura piena, il 24,7%. Sempre in questa circolare l’Inps ha chiesto alle università di recuperare la differenza contributiva relativa agli emolumenti emessi sin dal novembre 2006 e ha indicato in tre mesi il termine di scadenza oltre il quale verrebbero applicate anche pesanti sanzioni. Questo equivale a migliaia di euro che ogni singolo specializzando, entro il 31 dicembre, dovrà restituire alle università in modalità non ancora precisate. Si tratta di un vero e proprio furto. Inoltre vorrei sottolineare come l'Inps non corrisponda ai medici specializzandi ne' gravidanza, ne' malattia, incassando pertanto in modo illegittimo i contributi ad essi destinati”.
Inoltre una gran parte dei medici specializzandi o neospecialisti non riavrà neanche una parte di quanto versato sottoforma di trattamento pensionistico, dal momento che la possibilità di ricongiungimento del periodo contributivo sarà possibile solo per chi avrà raggiunto almeno 3 anni di contribuzione presso la Gestione Separata.
Intanto Federspecializzandi ha denunciato l'accaduto e auspica una sollecita presa di posizione da parte dei Ministeri competenti e della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici. Chiede inoltre un nuovo intervento dell’Enpam affinché ribadisca il fatto che il versamento della quota A costituisce una forma di previdenza obbligatoria che dà diritto ad un vitalizio. Inoltre Federspecializzandi annuncia sin d’ora che non permetterà che si porti a compimento “tale scippo”, riservandosi di agire ad ogni livello e, se necessario, anche in sede giudiziaria.

sabato 13 dicembre 2008

Corteo degli studenti

FIRENZE- Anche gli studenti, ieri, venerdì 12 dicembre, in piazza con i lavoratori, ma divisi in due cortei. Uno era formato dagli Studenti di Sinistra e Sinistra Universitaria. Partito alle 9 da piazza “Bambini e Bambine di Beslan” ha attraversato il centro per incrociare i lavoratori della Cgil e dei Cobas tra via Cerretani e via Vecchietti. Si è sciolto, poi, alle 12,30, in via dei Servi. Il secondo era formato dal coordinamento studenti medi, Rete dei collettivi, collettivo di Scienze politiche e studenti dell’Accademia delle Belle Arti. Si è mosso, sempre alla stessa ora, da Piazza SS. Annunziata e si è diretto verso via Valfonda, dove ha sede l'Associazione industriali, per una manifestazione specifica contro le morti sul lavoro. Infatti, nel corteo, erano tanti gli striscioni su questo tema come quello dell’Unione degli studenti, in cui era scritto: “Come facciamo a crepare in fabbrica se ci ammazzate prima” o quello del liceo scientifico Castelnuovo: “I padroni non muoiono mai, muoiono solo gli operai”.
Gli studenti dell’Accademia, invece, erano presenti con una bara piena di pennelli e uno striscione in cui era scritto “Braccia incrociate davanti alle aziende”.
“Abbiamo occupato il Cenacolo dell’Accademia- ha spiegato Ale- e protestiamo contro la mercificazione del sapere. Noi non vogliamo essere impacchettati dalle decisioni dei padroni. L’arte deve essere libera”.
Gli studenti del liceo scientifico Gramsci hanno manifestato, invece, con lo striscione “Dormite voi che avete ancora sogni… Noi non possiamo averne più e allora saremo il vostro incubo peggiore”. Gli studenti del Ginori Conti, come risposta alla Gelmini che ha parlato di indebolimento del movimento, avevano uno striscione in cui si leggeva “Noi non siamo stanchi”.
A rendere pacifico, allegro e creativo il corteo anche la musica della street-band “Scorribanda”.

sabato 6 dicembre 2008

Un figlio


Un figlio

Un figlio, signore e signori,
non è come un’ombra cicciona,
non è un mazzolino di fiori
e neanche un’opera buona.
Un figlio, signori e signore,
non è un campionato sportivo,
non è un più veloce motore
e neanche un rametto d’olivo.

Un figlio, mia cara famiglia,
è un corpo, una mente, una voce,
è un seme della meraviglia,
un mondo in un guscio di noce.

Un figlio, miei cari parenti,
vi fonda uno stato nel cuore.
Un figlio fa stringere i denti,
ma ha un delizioso sapore.

Roberto Piumini

martedì 2 dicembre 2008

Mi piace il vento


La foto è l’opera grafica “Le vent souffle où il veut” dell’artista francese Érik Desmazières


Mi piace il vento
perché mi porta via

Mi piace il vento
perché non torna indietro

Mi piace il vento
perché spettina il mondo

Mi piace il vento
perché gioca con tutto
E ride anche da solo
E parla con le foglie
E se gli viene da piangere
non importa se qualcuno lo vede
si siede e piange
e nessuno riesce a consolarlo
se lui non vuole.
Giusi Quarenghi Da “E sulle case il cielo”

domenica 30 novembre 2008

Manifestazione creativa


Una manifestazione creativa degli studenti per attirare l’attenzione sull’importanza della ricerca, oggi sempre più trascurata e dimenticata dal nostro Governo

venerdì 21 novembre 2008

L'Arno e la Toscana


FIRENZE- Un viaggio indietro nel tempo e una atmosfera ricca di suggestioni nella mostra “L’Arno e la Toscana, 1700-1900- Tre secoli di vita sul fiume”, ideata e organizzata dalla Banca Cr Firenze ed Ente Cassa di Risparmio di Firenze, che si è aperta giovedì scorso, 18 novembre, nella Sala delle Colonne, in via Bufalini, 6, e sarà visitabile fino al 20 gennaio, dal lunedì al venerdì, dalle 8,30 alle 16, 45.
Torna, come ogni anno, per l’ormai consueto appuntamento prima di Natale, l’esposizione, aperta a tutti, gratuita, questa volta, con un protagonista d’eccezione: l’Arno, che così tanto ha influenzato il territorio su cui scorre.
Si tratta di un ideale percorso del fiume ricostruito attraverso dipinti, disegni e incisioni. Dai preziosi capolavori del Settecento dedicati alle vedute di Firenze, fino alle opere dei protagonisti del movimento macchiaiolo, si vede come l’Arno abbia intrecciato la propria esistenza alla vita artistica, storica e culturale del suo territorio. Nell’Ottocento, poi, la tematica di vita e lavoro sull’Arno diventa la protagonista di molte opere di importanti artisti dell’epoca.
Da Vanvitelli a Jacques Callot, da Thomas Patch a Giuseppe Zocchi, da Angiolo Tommasi a Egisto Ferroni, ( solo per citarne alcuni), sono tutte di grande fascino le opere esposte, alcune di proprietà di Banca Cr Firenze e dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, altre provenienti da collezioni private.
La mostra, seguendo lo scorrere del fiume, evoca una Firenze in perfetta armonia con la natura, in cui l’Arno è animato da una intensa vita, fatta di traffici e spostamenti di persone e animali, di fatiche quotidiane di chi si guadagna da vivere sulle sue rive, ma è anche visto come luogo di svago e socializzazione.
Particolarmente interessante e significativa ci appare, tra le tante, l’immagine della celebre stampa dello Zocchi, che illustra l’Arno nei pressi della Pescaia di San Niccolò dove il fiume è visto appunto non solo come punto di contatto e sviluppo di attività ma anche come occasione e luogo di convivialità.

domenica 9 novembre 2008

Commenti sulle proteste

Mentre l’onda studentesca sembra ancora non placarsi, arriva un commento da Gianrico Carofiglio, il magistrato-scrittore di grande successo, ora anche senatore, lunedì scorso a Firenze per presentare il film di Daniele Vicari “Il passato è una terra straniera”, tratto dal suo omonimo best-seller. “Gli studenti, con queste proteste, esprimono un grave disagio- ha dichiarato Carofiglio- D’altra parte la riforma Gelmini contiene norme inutili e superate che non possono convincere e prevede invece forti tagli sull’istruzione. Si tratta di un vero e proprio furto del futuro. Mi piace anche la maniera creativa, pacifica, scelta dai giovani per far sentire la loro voce. Rimane, invece, molto opaco e dovrebbe essere chiarito l’episodio di qualche giorno fa avvenuto a Piazza Navona: ho l’impressione che si voglia soffiare sul fuoco! Non mi piace poi questo muro alzato dal Governo che si rifiuta di aprire un dialogo con chi protesta. Questo non dovrebbe avvenire in democrazia!”.
Anche il regista Daniele Vicari esprime la sua opinione sulle proteste degli studenti: “Quando un paese discute su se stesso, qualunque forma sceglie, è legittima. In questo caso poi questi movimenti portati avanti da tanti giovani mi fanno anche sperare. Forse qualcosa può cambiare! Mi dispiace, però, che quando il Governo decide dei tagli, scelga sempre settori importanti e fondamentali come la scuola e la cultura!”.

giovedì 6 novembre 2008

Un nuovo portale per studenti e insegnanti

FIRENZE- Arriva dal Festival della Creatività un’idea nuova per rendere la scuola più moderna, al passo con le moderne tecnologie, e permettere anche ai più piccoli di “navigare” in rete in sicurezza.
E’ stato presentato, recentemente, dal vicepresidente della Regione Toscana Federico Gelli e dal presidente dell’Istituto degli Innocenti Alessandra Maggi, “Trool” (www.trool.it), il nuovo portale web interattivo ideato per gli studenti e per gli insegnanti. Un nome magico che ricorda un personaggio delle fiabe nordiche ma che è anche un acronimo di “Tutti i ragazzi ora on line”.
“In Toscana solo il 42, 3% dei ragazzi tra i 6 e i 17 anni utilizza Internet, una percentuale assai più alta di quella italiana, che è appena del 36, 7, ma comunque troppo bassa rispetto al peso che le nuove tecnologie possono avere sul futuro sociale, culturale, economico dei nostri figli- ha spiegato Gelli- E’ necessario, quindi, far diventare protagonisti i ragazzi insegnando i linguaggi e i rischi della rete”.
“Trool non è soltanto un progetto didattico- ha precisato Alessandra Maggi- ma una buona opportunità per tutti. Pensiamo ai bambini degli ospedali, a quelli delle comunità. Tutti potranno imparare e socializzare, in sicurezza. Trool propone il web come un gioco con regole comunque da prendere sul serio, educa alla responsabilità e a un uso consapevole”.
La redazione di Trool è curata dall’Istituto degli Innocenti, mentre la parte tecnica è affidata alla Fondazione Sistema Toscana.


Su “Trool” una recensione interessante e un video sul mio libro “Per chi suona la campanella”. Ecco il link:
http://www.trool.it/content/chi-suona-la-campanella-tante-scuole-un-libro

mercoledì 29 ottobre 2008

Ma per chi suona la campanella?

Non vi perdete l’ultimo post del blog “Altre Frequenze” di Laura Montanari su La Repubblica di Firenze non solo perché parla del mio libro “Per chi suona la campanella” ma soprattutto perché gli striscioni della foto che Laura ha scelto come commento alla frase di Federico Fellini sono illuminanti su quello che sta succedendo nel nostro Paese.
http://montanari.blogautore.repubblica.it/2008/10/28/ma-per-chi-suona-la-campanella/

martedì 21 ottobre 2008

Festival della Creatività 2008


FIRENZE- “ Non si può vivere solo delle glorie del passato. Il futuro dell’economia e della società toscana è legato anche all’innovazione e alla creatività”.
Con queste parole Claudio Martini, presidente della Regione Toscana, ha presentato, ieri mattina, il Festival della creatività 2008, l’evento di grande successo, ormai alla sua terza edizione, che quest’anno si occuperà di “Visioni, Viaggi e Scoperte”, le suggestioni che ci aiuteranno a guardare lontano per comprendere e migliorare il presente. “Creatività significa anche sapersi mettere in discussione- ha sottolineato sempre Claudio Martini- ripartire ogni giorno per una nuova sfida. Per questo ogni anno il Festival cambia formula e tema”.
Visioni aperte, dunque, sul futuro, viaggi fra le innovazioni e le tendenze, scoperte di nuovi prodotti e stili di vita capaci di migliorare la vita quotidiana di tutti noi.
La manifestazione, che è costata un milione e 600.000 euro, è organizzata da Regione Toscana e Fondazione Sistema Toscana e prenderà il via giovedì 23 ottobre e fino a domenica 26 invaderà gli spazi della Fortezza da Basso, dalla mattina a notte fonda, con oltre 500 eventi in 4 giorni e 2mila ospiti provenienti da 21 paesi.
Un evento sempre più nuovo che spazierà dalla cultura al design, dalla comunicazione ai new media, dalla robotica alle arti performative.
Concerti, spettacoli teatrali, convegni, proiezioni cinematografiche per i visitatori.
Una delle novità del Festival è “Freequencies”, un percorso di eventi, mostre e incontri che indagherà il tema della radio e della libera informazione. Sarà possibile anche ascoltare cinque registrazioni di Radio Londra concesse in esclusiva per il Festival della Creatività.
Il Paese ospite d’onore è il Brasile, che comincia ormai a essere conosciuto nel mondo anche per le sue ricchezze culturali, oltre ai balli e al calcio.
“Stiamo affrontando alcune grandi sfide- ha dichiarato Alfonso Carbonar, ministro primo consigliere dell'Ambasciata brasiliana a Roma- come il sottosviluppo, la crisi alimentare, la necessità urgente di energie alternative, i cambiamenti climatici e, soprattutto, la lotta contro la miseria e la fame. E’ per noi, dunque, un grande onore mostrare un poco di questo nuovo Brasile ai conterranei di Galileo Galilei”.
Infatti quest’anno il Festival renderà omaggio a Galileo Galilei nel quarto centenario delle sue scoperte celesti, dedicandogli una speciale “intervista” che anticiperà gli eventi del 2009, anno delle celebrazioni galileiane.
Tra i numerosi ospiti ricordiamo, solo per citarne alcuni, Margherita Hack, Peter Greenaway, Corrado Augias, Paolo Giordano, Alessandro Bergonzoni, Michelangelo Pistoletto.
Tra gli eventi: la mattina di giovedì 23 ottobre, alle 10, Jovanotti terrà una lezione per 400 studenti delle scuole della città.
Da segnalare, poi, le Giornate della Ricerca e dell’Innovazione, il 24 e il 25 ottobre, a cura della Regione Toscana, nell’ambito delle quali saranno presentati alcuni inediti progetti di ricerca finanziati dalla Regione e dalla Commissione Europea.
“Dietro il Festival c’è un lavoro che dura tutto l’anno- ha sottolineato Mauro Tanzi, presidente di Fondazione Sistema Toscana- con un network internazionale che conta oltre 500 tra enti, associazioni ed istituti culturali di tutto il mondo e un crescente numero di sponsor privati”.

Da “Il Corriere di Firenze” di lunedì 20 ottobre

Di Vincenza Fanizza

mercoledì 15 ottobre 2008

Una fiaccolata per la scuola

FIRENZE- Anche una fiaccolata, ieri sera, per dire no alla riforma sulla scuola del ministro all’istruzione Mariastella Gelmini. Tra i presenti anche Daniela Lastri, assessore all’istruzione del Comune di Firenze.

“Sono qui- ha dichiarato la Lastri- perché ritengo importante reagire contro questo decreto che fa tornare la scuola indietro, dequalificandola. Infatti i numerosi tagli sul personale docente e non docente, la riduzione dei fondi scolastici, l’eliminazione del tempo pieno rivelano il disimpegno del Governo per il mondo della formazione, proprio in un momento in cui si registrano, invece, nelle scuole, un incremento della popolazione e un aumento dei problemi sociali e quindi sarebbero necessari maggiori investimenti da parte del Governo. Invece il decreto Gelmini distrugge la scuola pubblica, dove ci sono uguali opportunità per tutti, e favorisce la scuola privata, aperta a pochi. Una visione del mondo della conoscenza classista e senza dubbio poco democratica, decisamente, da combattere”
Di Vincenza Fanizza

lunedì 13 ottobre 2008

Corteo Studenti

FIRENZE- “Un paese che taglia i fondi all’istruzione è un paese alla frutta”, “Contro la scuola dell’indecenza ora e sempre Resistenza”.
Sono scesi in piazza, ieri, a Firenze, come in tante altre città italiane, tantissimi studenti delle scuole superiori per dire no alla riforma Gelmini e alla legge 133.
Tra slogan, canti e balli hanno sfilato per le vie del centro insieme ai ricercatori, dottorandi, professori e alcuni genitori. Il corteo, formato da circa 10 mila persone, era preceduto da una bara con il necrologio “Qui giace l’Università pubblica”.
“Siamo qui perché si tratta della nostra vita, del nostro futuro- dichiara Sara di Scienze della Formazione - Il nostro sogno è quello di una scuola diversa e migliore, una scuola libera da controlli statali e di padroni privati, una scuola solidale e aperta al mondo”. “La reintroduzione del voto in condotta è uno strumento per diminuire i nostri diritti- precisa Cosimo del liceo scientifico “Leonardo da Vinci- La minaccia della bocciatura non fermerà ‘il bullismo’ ma servirà per punire chi la pensa diversamente”.
E’ una protesta pacifica, colorata: tante bandiere, t-shirt, sciarpe rosse. C’è anche chi, come Sofia del liceo artistico, è vestita , invece, tutta di nero, “come il mio stato d’animo”, confida.
“E’ un attacco all’intero mondo della conoscenza- spiega Giacomo di Scienze Politiche e dei Giovani Comunisti- Ci saranno tagli ai fondi scolastici, al personale docente e tecnico amministrativo, migliaia di scuole di provincia chiuderanno, le Università diventeranno Fondazioni di diritto privato, aumenteranno le tasse universitarie e quelle d’iscrizione a scuola”.
“ L’istruzione è un diritto per tutti, non un privilegio per pochi”. E’ questo lo striscione di un numeroso gruppo di studenti del liceo linguistico Capponi- Machiavelli. “Vendesi cervelli” è, invece, il cartello che innalza Luca, studente di Scienze Geologiche.
Tra gli altri slogan e cartelli, ricordiamo “Adotta un ricercatore” “La scuola è malata… Tanti Gelmini” “Non saremo mai come ci volete voi”, “ Il futuro siamo noi: 10, 100, 1000 occupazioni”. “Non chino la testa, continuo la protesta”.
Il lungo corteo, da Piazza San Marco, dopo aver attraversato via Cavour, Piazza Duomo, via dei Servi, si è concluso, alle 13, in Piazza SS. Annunziata, dove molti hanno preso la parola e hanno espresso le motivazioni della loro protesta.
Un numeroso gruppo di studenti si è poi diretto verso il liceo classico Michelangiolo dove è stata chiesta un’assemblea straordinaria per decidere un’eventuale occupazione del liceo e di altre scuole fiorentine.
Di Vincenza Fanizza

martedì 30 settembre 2008

Università al Sum di Palazzo Strozzi

FIRENZE - Tempi molto difficili per l’Ateneo della nostra città: sono stati ridotti del 30 per cento i corsi di laurea e i dottorati della ricerca, si profila il blocco delle assunzioni insieme ai pensionamenti, rischiano 14 dipartimenti universitari sotto la soglia dei 18 docenti. Alcuni verranno accorpati per risparmiare personale.
Il bilancio dell’università è di 531 milioni di euro, il fondo di finanziamento ordinario del 2007 è stato di 251 milioni di euro. Per pagare i docenti se ne vanno 195 milioni. E le tasse agli studenti non possono essere aumentate. Neanche la vendita di parte del patrimonio immobiliare è servita a risolvere la crisi :Villa Favard e il complesso delle Montalve sono soltanto le ultime dolorose perdite. Inoltre nell’ultimo consiglio di amministrazione il rettore Augusto Marinelli ha detto che, se non cambierà qualcosa, nel 2010 l’università di Firenze non sarà più in grado di pagare tutti gli stipendi perché la spesa complessiva per il personale supererà di circa otto punti il fondo di finanziamento ordinario, cioè i soldi che arrivano da Roma per far funzionare l’ateneo. Come uscire dalla crisi? Ieri mattina un interessante incontro di esperti nell’Istituto Italiano di Scienze Umane, a Palazzo Strozzi: Paolo De Ioanna, Gilberto Muraro e Nicola Sartor si sono confrontati su questo tema. Al centro del dibattito il metodo della “spending review”, ovvero come programmare e razionalizzare la spesa per l’Università.
“L’università italiana- hanno affermato gli esperti- ha attraversato negli ultimi 15 anni un profondo cambiamento, le cui tappe più significative sono state l’attribuzione dell’autonomia finanziaria, il decentramento dei concorsi, la riforma degli ordinamenti didattici. Alcuni risultati sono stati positivi ma molti altri aspetti appaiono critici”.
Tra gli aspetti negativi gli esperti hanno ricordato, solo per citarne alcuni, la proliferazione dei corsi di laurea triennale e specialistica, non sempre rispondenti ai bisogni della società e del sistema produttivo, il rapporto docenti/studenti inadeguato, gli scarsi servizi accessori (mensa, alloggi) messi a disposizione degli studenti fuori sede, i meccanismi concorsuali inefficienti, che non sempre hanno premiato la qualità dei candidati.
Dopo l’attenta e accurata analisi sui cambiamenti dell’università italiana ecco alcune conclusioni formulate dagli esperti: gli Atenei devono subire le conseguenze finanziarie delle proprie decisioni autonome ma non sopportare i costi di decisioni assunte dall’esterno, il finanziamento dell’edilizia va garantito su base almeno triennale, gli atenei devono poter aumentare le tasse universitarie, con vincolo di destinazione di almeno il 50% dei maggiori introiti ai servizi agli studenti e alle borse di studio per i meritevoli, le decisioni di spesa in materia di personale devono essere assunte con una valutazione realistica dei costi futuri, che tenga conto della crescita delle retribuzioni nel tempo per aumenti automatici e sviluppi di carriera.
Inoltre hanno suggerito di definire meglio il rapporto Stato-Regioni e di garantire il diritto allo studio agli studenti meritevoli. “Oltre a garantire i diritti dei singoli- hanno sottolineato gli esperti- ciò aumenterebbe la mobilità studentesca e stimolerebbe la concorrenza tra atenei, infondendo maggiore efficienza ed efficacia all’intero sistema universitario italiano”.
Di Vincenza Fanizza

lunedì 7 luglio 2008

Esami di maturità

Ho tanti amici in Italia i cui figli stanno dando in questi giorni l’esame di maturità. Per combinazione leggo sul Times di Londra un articolo su una nuova moda tra gli studenti inglesi: terminati gli esami dell’ultimo anno di scuola media superiore, anzichè accontentarsi di una festa nella palestra del liceo o in pizzeria, vogliono celebrare l’evento come si fa negli Stati Uniti, dove i cosiddetti “prom”, le feste che chiudono l’età scolastica, sono una irrinunciabile tradizione. Le ragazze si vestono come comparse di “Via col vento”: chioma riccioluta dope ore dal parrucchiere, tiara, sgargianti abiti da sera. I ragazzi mettono lo smoking, meglio se bianco, rosa o verde pisello. Gli uni e gli altri noleggiano per il trasporto una di quelle lunghissime, assurde limousine che consumano per mezz’ora di percorso come un’intera autostrada il week-end di Ferragosto. Poi c’è la cena in qualche ristorante, seguita da una notte di danze fino all’alba. Le più “fortunate” vengono accompagnate dal fidanzato, le altre sperano di trovarne uno nel corso dell’indimenticabile serata.

Insomma, una pagliacciata. Pagano, naturalmente, i genitori, il che mi sembra già un segno di poca maturità: se volete divertirvi in modo tanto cretino, figlioli, pagatevelo da soli. Finchè restava la classica americanata, pazienza. Ma adesso lo fanno anche gli studenti inglesi, e temo che presto o tardi la moda contagi, come un virus, tutto il continente. Qualche sera fa ho incontrato la madre di un’alunna della scuola dove va anche mio figlio. La sua “bambina” è più grande del mio, frequenta l’ultimo anno, e dunque non sfugge ai preparativi per il “prom” all’americana. Tutta eccitata, la madre ha cominciato a raccontarmi le ore di parrucchiere, manicure, pedicure, prove dal sarto, a cui si sottoponeva la figlia. Finchè è apparsa quest’ultima: sembrava una delle sorellastre di Cenerentola, quando si preparano ad andare al gran ballo del principe. Quanta fatica per nulla, ho pensato.

Poi ho pensato alla mia maturità. La festa, in verità, la facemmo prima degli esami: invitando a cena in osteria un membro esterno della commissione, una giovane professoressa veneta, con la quale facemmo di tutto per entrare in confidenza al punto da chiederle di aiutarci a superare il benedetto esame. La “prof” fu gentile e ci aiutò. Alla maturità fummo promossi tutti. E quei giorni portano ancora tanti dolci ricordi, senza bisogno di limousine, tiare alla Via col vento e smoking rosa.

Venerdì, 27 Giugno 2008

Dal Blog “My Tube “ de “La Repubblica.it”
Enrico Franceschini

venerdì 27 giugno 2008

Tipoetipa, anteprima Pitti Bimbo 2008 collezione primavera-estate 2009

FIRENZE- Chiarine, tamburi, dame e cavalieri del grande mondo di ieri insieme al gioco degli sbandieratori hanno accompagnato, giovedì 26 giugno, alle 17, in Piazza SS. Annunziata, la nuova collezione di "TipoeTipa", caratterizzata dalla semplicità degli abiti e dalla rigorosa ricerca del tessuto.
L’evento, patrocinato dall’Assessore allo Sport e al tempo libero del Comune di Firenze Eugenio Giani, ha inaugurato la nuova edizione di Pitti Bimbo.
Il giovane marchio "TipoeTipa" ha voluto dedicare questa suggestiva iniziativa alla Fondazione Tommasino Bacciotti, fondazione benefica, nata per tramutare il dolore in amore verso tutti i bambini che hanno bisogno di aiuto, in ricordo del piccolo Tommasino scomparso prematuramente.
"TipoeTipa- hanno spiegato gli organizzatori dell’evento- nasce da un’idea tutta italiana. I preziosi ricami, i tessuti naturali, fanno sì che ogni abito diventi un piccolo capolavoro di artigianalità. La produzione viene realizzata nei laboratori fiorentini cosicché la tradizione si possa sposare con l’innovazione dei più moderni macchinari tessili. "TipoeTipa" si presenta come un total look destinato a soddisfare le più raffinate esigenze, con un occhio attento alla praticità".

Di Vincenza Fanizza

martedì 24 giugno 2008

Nasce la Fondazione Paolo Frosecchi


FIRENZE- Nasce, in via del Sole, 6-8r, un nuovo spazio d’incontro artistico e confronto intellettuale ispirato al movimento culturale contemporaneo "Nuovo Umanesimo". E’ la nuova Fondazione "Paolo Frosecchi", inaugurata ieri, insieme alla mostra "Nuovo Umanesimo", che, oltre a raccogliere e conservare le opere del Maestro, si propone di realizzare mostre, convegni, corsi per giovani artisti in collaborazione con le principali realtà culturali pubbliche e private sia a livello cittadino, che nazionale e internazionale.
"Il nome ‘Umanesimo’- sottolinea Francesco Adorno - schiude subito la via verso Firenze: al saper fare, alla misura e alla civiltà di allora, a uomini quali Coluccio Salutati. Le opere di Paolo Frosecchi, dai ritratti alle nature morte, alle interpretazioni della vita in linguaggio pittorico, rivelano non la copia di una Firenze perduta, ma una fiorentinità e una toscanità quali vorremmo che fossero. Volta a volta, Paolo Frosecchi si è calato nel suo tempo, rispondendo sempre a quello che è l’uomo nella sua totalità, nel suo modo storico di essere ‘coltivato’, mai trascinato da correnti o da mode prestabilite".
"I disegni di Frosecchi- commenta Carlo Munari- sono da annoverarsi tra i più belli che l’odierna produzione italiana abbia reso in questi anni: sensibilizzati nella loro struttura formale, essi sanno con precisione delineare l’ideale figurativo che l’artista persegue".
"E’ necessario ricreare un Nuovo Umanesimo- spiega Frosecchi- perché osservo e vedo come la creatività non sia più dell’uomo ma del sistema, dell’automatismo dei numeri e non del divino lampo del pensiero".

martedì 17 giugno 2008

NOTTI BIANCHE IN FACOLTA'

Sempre più spesso ci troviamo a vivere i nostri luoghi di studio tra
corsi ed esami, senza avere l'opportunità di renderci conto che i
ritmi di studio fagocitano i nostri tempi di vita; l'organizzazione
attuale della didattica e degli spazi dell'Università non permettono
momenti di confronto e di incontro, di opportunità culturali o di
studio ed elaborazione autonoma.

Riprendersi gli spazi è abbattere il senso della precarietà
dell'esistenza. Un posto che ci considera solo utenti non ci permette
di poter pensare ad un futuro libero da logiche di profitto e
conoscenze pro tempore. Rivendichiamo il ruolo degli studenti
all'interno dell'università come protagonisti attivi della vita
politica e culturale, per un'elaborazione critica dei saperi, che
sempre più vengono propinati sottoforma di puro nozionismo e che
vengono resi merce dai tempi sempre più alienanti e veloci che ci
vengono imposti.

Sentiamo l'esigenza di provare ad invertire questa tendenza
riprendendoci i nostri spazi, riempiendoli di ciò che l'attività
didattica ordinaria non riesce a darci in quanto mero esamificio
asservito ad interessi altri rispetto a quelli degli studenti.

Per questi motivi nasce l'iniziativa "Notti bianche in Facoltà":
un'iniziativa unica, ma composta da una serie di iniziative,
organizzate
dagli Studenti di Sinistra e dai Collettivi di Facoltà, che si
svolgeranno all'interno delle mura universitarie, in ore
pomeridiano-serali-notturne.

Parleremo, suoneremo, reciteremo, cucineremo e mangeremo ... al fine
di creare uno spazio di approfondimento per noi studenti su temi
sociali, politici e culturali fondamentali per la formazione di un
cittadino. E lo faremo nel luogo più deputato a farlo, l'Università,
che, però, in questi ultimi anni ha svenduto il suo ruolo di centro
più alto per la formazioneoltre che culturale, anche civile, degli
individui, rispondendo quasi esclusivamente a logiche di mercato e di
impresa che nulla hanno a che fare con la cultura.

Le "Notti Bianche" rappresentano il punto di partenza di un percorso
di rivendicazione dei nostri spazi e dei nostri tempi, perché si possa
usufruire delle aule studio anche di sera, perché non si sia costretti
a infiniti passaggi burocratici per l'organizzazione di una iniziativa
culturale, perché alcune strutture universitarie non continuino ad
essere interdette a qualsiasi attività extra-didattica, perchè
l'Università diventi finalmente "degli studenti".

Studenti di Sinistra
www.studentidisinistra.org

STUDENTI STRANIERI


Gli studenti stranieri iscritti all’Università di Firenze (lauree di I livello - dati anno accademico 2006/2007) sono 2.403 (di cui 1.481 donne) pari al 4,6% del totale degli iscritti. (Erano 2.252 nel 2005/2006 (di cui 1.428 donne), pari al 4 % del totale degli iscritti).
Distribuzione per continenti: 1.750 studenti provengono dall’Europa, soprattutto orientale, 361 dall’Asia, 182 dall’Africa, 110 dall’America.
Gli immatricolati (dati anno accademico 2006/2007) sono 551, pari al 6,8% del totale degli immatricolati; 323 sono donne.
In questi ultimi anni, dopo il 2000, si è verificato il sorpasso della presenza albanese su quella dei greci, che per lungo tempo sono stati la comunità più numerosa, molto orientata allo studio di architettura.
Ai primi posti dunque, fra gli iscritti, gli albanesi (975), distribuiti in tutti i corsi di laurea, seguiti appunto dai greci (179), dai cinesi (126), dagli iraniani (99), dai rumeni (88), dai tedeschi (71), dai serbi (55), dai polacchi (53).
Le facoltà più gettonate, ormai da diversi anni, sono Lettere e filosofia (405 iscritti, 385 l’anno scorso), Architettura (398 iscritti, 390 l’anno scorso), Economia (389 iscritti, 323 l’anno scorso), Medicina e Chirurgia (265 iscritti, 256 l’anno scorso). Segue Scienze Politiche (228 iscritti, 208 l’anno scorso), e le altre a seguire.

Di Vincenza Fanizza

mercoledì 11 giugno 2008

Scuola da Terzo Mondo?




Per motivi sia di lavoro che extra-professionali, oramai da molti anni continuo a confrontarmi con persone sia italiane che straniere, anche molto giovani e fresche di studi.
Ho avuto occasione negli ultimi anni di vivere anche da dentro e in modo diretto il pianeta scuola
Ebbene, per qualità di strutture, programmi scolastici, organizzazione, mezzi e preparazione degli studenti, trovo che noi in Italia siamo il Terzo Mondo. E sono ottimista.
Abbiamo scuole vecchie, scalcinate, obsolete, mal organizzate. Programmi inadatti, antichi, giurassici. Apparecchiature e laboratori da museo, professori talvolta poco preparati, rassegnati, svogliati, e studenti che affogano in tutto questo e che sono quanto di più civilmente, culturalmente e tecnicamente fragile si possa trovare tra i giovani europei.
Il nostro “pianeta scuola” è asfittico, al collasso, agonizzante, opulento e incapace di reagire, in totale balia degli eventi e oramai totalmente incanalato in un sentiero di autodistruzione.
Siamo a tutti gli effetti il vero fanalino di coda dell’Europa. I nostri studenti regrediscono invece di progredire. E ogni anno è peggio del precedente.
La scuola italiana non è adatta ad accogliere il futuro, caratteristica peculiare di chi deve formare la prossima generazione sociale, lavorativa, politica, dirigenziale. Un pantano dal quale non usciremo con il solito “colpo di spugna all’italiana”. Questa volta no, non basterà.
C’è bisogno di un’attenta analisi e di una forte dose di autocritica, con il coraggio di idee e programmi che strutturino il presente, solidifichino l’immediato futuro e lascino la possibilità di una visione flessibile per costruire l’avvenire di questa nazione.
Ho avuto occasione di vedere come si studia all’estero e di averne riscontri nei colloqui per le nuove assunzioni nell’azienda per la quale lavoro: devo tristemente constatare che i nostri studenti sono di gran lunga i meno preparati che mi trovo a valutare.
Ma non solo: sono quelli con meno stimoli, senza senso critico, con meno senso civico, meno “freschezza” di idee, meno disposti al sacrificio e ad aprirsi ad una visione a 360°.
Sembrano anestetizzati:una marmaglia scomposta, disordinata e disorganizzata di cloni, infantili ed illusi, senza principi etici e morali. Totalmente non autonomi anche nelle scelte e nelle decisioni più banali e semplici. Tutto gli deve essere impartito ed imposto dall’esterno, da una guida. La vera ed unica “generazione dei calciatori e delle veline”, convinta che si possa guadagnare 5.000 euro al mese con una telefonata, o disposta a credere con assoluta semplicità che la luna non esiste.
Tutto questo avviene purtroppo senza che appaia essercene una reale percezione. Vige ancora la convinzione che con “un paio di abili mosse qua e là” sarà facilissimo riorganizzarsi e ripartire a veleggiare come tutti gli altri paesi e con tutti gli altri paesi. Ma non ci rendiamo ancora conto che invece coliamo a picco e non sarà assolutamente facile risollevarsi. Comunque non in breve tempo. Questo è palese, chiaro, limpido e lampante come il sorgere del sole al mattino.
Non siamo capaci di programmazione e di flessibilità. Programmazione, perché per strutturare tutto questo c’è bisogno di tempo, di idee e di continuità. Flessibilità, per prepararsi e modellarsi a un futuro che diviene sempre più mutevole, e in intervalli di tempo sempre più brevi e concentrati. Gli studenti sembrano quasi incentivati a non studiare, con programmi di recupero blandi, banali, indolori, ridicoli e ridicolizzati, che permettono a chiunque - con uno sforzo prossimo o equivalente allo zero - di passare da un anno all’altro trascinandosi delle lacune talmente vaste nella preparazione che difficilmente in futuro potranno essere arginabili e/o recuperabili.
Non ci sono regole, non c’è rispetto per lo studente e per la scuola, e ciò che è più preoccupante è che non ci sono sanzioni e/o azioni correttive per invertire rotta e tendenza.
Tutto questo genera generazioni di somari, talmente impreparati da non saper sostenere il più banale colloquio di lavoro, aridi di idee, anche nel racconto delle proprie priorità, aspettative o attività svolte. Completamente scavalcati dalla preparazione degli studenti stranieri.
Sì, perfetto, noi Italiani abbiamo quell’estro, quella marcia in più che gli altri non hanno. Ma oramai neanche questo basta più, o comunque non basta da solo se non è appoggiato da una solida preparazione scolastica.
Sull’argomento “personale scolastico” preferisco sorvolare: oramai non c’è niente di più indolente ed irritante del personale pubblico. Se rapporto la sua qualità nel lavoro all’azienda in cui opero, penso che sarei licenziato nel giro di pochi giorni: non settimane, ma giorni.
In tutto questo bailamme ci vuole sicuramente un faro guida perché non è possibile vivere con le sole iniziative dei singoli. Ci vuole una “road map” che arrivi dall’alto, con una visione d’insieme dei programmi e dei processi. Anche se può sembrare banale è comunque terribilmente reale. E sarebbe un errore quello di nascondersi dietro a un dito. Ci vogliono sinergie d’intenti e lavoro di team. Unica e sola ricetta per poter garantire un futuro ai nostri giovani e quindi evidentemente a tutta la nazione.
Lo stesso intento deve essere perseguito in egual misura da tutti: istituzioni, presidi, insegnanti, personale non docente e, non ultimi, studenti e genitori. Tutti devono capire di aver in qualche misura sbagliato, ed evitare di scagliarsi gli uni contro gli altri o di sbriciolare - in un esercizio polemico non costruttivo - l’operato altrui.
Niente ostracismi, quindi, ma un percorso di piena condivisione di intenti e di idee. Nuove regole, per una volta, che possano incanalare le energie di tutti nella giusta direzione. Regole per una volta concrete, realmente applicabili e che non creino solo un’ondata di malcontento generale e scioperi a ripetizione. Lo Stato deve capire che non può più lucrare sulla Scuola, o rimarrà senza classe lavorativa e dirigenziale da qui a breve. Questo periodo di “mappatura” delle richieste deve partire dal basso, da chi la scuola la vive quotidianamente, perché c’è bisogno di ascoltare i bisogni reali e di fare “lesson learned” degli errori passati. Da lì in poi, tavole rotonde (rispettivamente per elementari, medie, superiori e università) in cui condividere tutto questo: dapprima nei singoli istituti; poi, attraverso rappresentanti, a livello di città, Provincia e Regione.
Infine, per settore, nelle classiche tre fasce in cui è suddivisa l’Italia, fino ad arrivare ad una tavola rotonda nazionale in cui siedano tutte le istituzioni formative. I rappresentanti dovrebbero essere scelti tra studenti, genitori e insegnanti, uno per categoria. Obiettivo, una condivisione finale degli intenti, perché non è più possibile andare avanti per “compartimenti stagni”, perché ci deve essere continuità nel passaggio da un grado all’altro del sistema. Una progressione autentica, con uno sharing totale delle idee e una predisposizione seria delle istituzioni all’attività di “problem solving”, sia in termini di tempo che economici: in una sola parola, una disponibilità vera, reale, concreta e non politica e di facciata.
Un lavoro vasto, ma possibilissimo. Perché oramai non possiamo più affidarci alle sole eccezioni di alcuni singoli istituti. Alla lungimiranza e al sacrificio di presidi, professori e famiglie. Che sono SOLO ECCEZIONI e non la normalità.



Filippo IODICE

Lean Black Belt (garante dell’efficienza dei processi)

Nuovo Pignone, Firenze

venerdì 30 maggio 2008

Premio “Il Monito del Giardino”


FIRENZE- “Esiste uno stretto legame tra povertà degli uomini e sfruttamento irrazionale delle risorse della Terra”. Così, ieri mattina, nella suggestiva Villa Bardini, Paul Polak, fondatore e presidente della IDE (International Development Enterprise), associazione no-profit attiva nei paesi in via di sviluppo, psichiatra e imprenditore, che ha riscattato dalla povertà 12 milioni di persone e che ieri, insieme al politologo Giovanni Sartori, alla presidente del Fai Giulia Maria Crespi e al giardiniere Paolo Galeotti, ha ricevuto il premio internazionale ambientalista “Il Monito del Giardino”, istituito dalla Fondazione Parchi Monumentali Bardini e Peyron, promossa dall’Ente Cassa di Risparmio di Firenze.
A Paul Polak è stato assegnato il premio in denaro: 30 mila euro che, con questa somma, attiverà investimenti per 450 mila dollari. “Grazie al Monito del Giardino- ha detto il filantropo canadese- salveremo dall’indigenza altre 1800 famiglie del terzo mondo, dando un futuro a oltre 11 mila persone”.
A Giulia Maria Crespi e a Sartori, invece, due preziose edizioni antiquarie (1759) del “Candide” di Voltaire. Infine, “Limone d’Argento” per Galeotti, che da 30 anni cura il giardino della Villa medicea di Castello. “Il nostro compito- ha affermato l’agronomo- è di proteggere il paesaggio e i giardini storici, che rappresentano un omaggio straordinario alla natura e all’intelligenza umana, e dai quali tanto si può imparare per salvare il pianeta”. Graffiante l’intervento di Sartori: “ Il problema ecologico, che è poi un problema di sopravvivenza del genere umano, ci sta esplodendo in mano senza che quasi nessuno- specialmente in Italia - ne avverta non solo la gravità, ma l’esistenza”.
“Il premio biennale ‘Il Monito del Giardino’- ha sottolineato, poi, Edoardo Speranza, presidente dell’Ente Cassa di Risparmio- vuole valorizzare chiunque, con vari mezzi, abbia contribuito alla valorizzazione e alla tutela dell’ambiente o anche solo alla sensibilizzazione dell’opinione pubblica su temi ambientali. Il culto della natura è per l’Ente Cassa di Risparmio di Firenze un elemento essenziale della sua missione”.
“Abbiamo premiato persone che si battono per l’ambiente nella pratica di ogni giorno- ha aggiunto il critico Philippe Daverio, presidente della giuria, che ha selezionato i vincitori all’interno di una vasta rosa di candidati di alto prestigio.
Di Vincenza Fanizza
Da “Il Corriere di Firenze” di giovedì 29 maggio 2008

giovedì 29 maggio 2008

Il Festival dei piccoli attori fiorentini


FIRENZE- Una grande festa e una importante premiazione, con il “Delfino d’oro”, oggi, al Teatro Verdi, in via Ghibellina, 99, per i bambini e i ragazzi delle scuole primarie e secondarie che hanno partecipato a “Firenze Festival”, la rassegna cinematografica di grande successo, promossa dall’Ente Cassa di Risparmio di Firenze e dall’Isi Produzioni, giunta all’ottava edizione, e che, quest’anno, affronta, attraverso il cinema, il tema dei diritti dei bambini.
Un Festival che, nato in sordina nel 2001, ha conquistato, negli anni, riconoscimenti significativi, come quello che l’agenzia dell’O.N.U. International Labour Office- I.L.O. consegnerà stamani al direttore artistico Stefano Angiolini perché molti film, realizzati dagli studenti, hanno affrontato temi di valore sociale o hanno parlato del lavoro minorile. Infatti, dalla rivalutazione dell’identità fiorentina, dalle specificità storicamente acquisite dalle antiche comunità toscane, negli anni, Firenze Festival è poi arrivato alla trattazione di temi di alto spessore, quali il ruolo dei ragazzi nella società, l’integrazione razziale, il rapporto con i compagni diversamente abili, le conseguenze della globalizzazione, la necessità di salvare la natura, la presa di coscienza che esistono bambini senza scuola e sicurezza, senza gioco e sogni per un futuro migliore.
Inoltre la Società Poste Italiane, riconoscendo l’alto contenuto didattico e culturale, ha dedicato, quest’anno, a Firenze Festival, una cartolina filatelica e un annullo filatelico. Dalla platea del Teatro Verdi “partiranno”, dunque, stamani, circa 1000 cartoline filateliche indirizzate al Presidente della Repubblica Italiana e firmate personalmente dai bambini con questo messaggio-appello a Giorgio Napolitano: “Caro Presidente, chiediamo il Suo aiuto perché la vita di tutti i bambini del mondo sia a colori. Grazie”.
Una cartolina, disegnata dagli alunni della scuola primaria di Laterina (Arezzo), scelta tra i migliori disegni del concorso, “Disegna la cartolina filatelica”, indetto appunto da Poste Italiane.
“Siamo orgogliosi di favorire con questo Festival, dedicato e rivolto ai bambini- ha sottolineato Edoardo Speranza, presidente Ente Cassa di Risparmio di Firenze- la promozione della qualità della vita e dello sviluppo civile ed economicamente sostenibile”.
Tra i film della rassegna anche una libera interpretazione cinematografica della fiaba di Gianni Rodari “Uno e sette”. E’ il lavoro della classe V della Scuola Primaria di Castellina in Chianti (Siena) che si intitola “Lo stesso bambino”.

Di Vincenza Fanizza
Da “Il Corriere di Firenze”di mercoledì 28 maggio 2008

martedì 8 aprile 2008

La creatività sale in cattedra


“A Scuola di creatività. La creatività a scuola”: questo il tema di un interessante incontro, venerdì scorso, dalle 18 alle 20, coordinato dall’assessore alla cultura Paolo Becattini, nell’incantevole “Caffé Teatro”, in via Portigiani, 1, a Fiesole, con una vista mozzafiato sul Teatro Romano.
L’occasione è stata offerta dalla presentazione del libro “ Per chi suona la campanella” (Valore Scuola ed.) di Vincenza Fanizza.
“Parlare della scuola vuol dire parlare della vita- ha detto, tra l’altro, Maria Luisa Moretti, assessore alla Formazione del Comune di Fiesole- di quello che siamo e di quello che vogliamo diventare. La cultura non serve se non ha cuore, deve avvicinarci alle emozioni, alle esperienze degli altri. La creatività del maestro è l’essenza della scuola stessa”.
“Il ruolo dell’insegnante - ha sottolineato il giornalista e scrittore Gabriele Ametrano- spesso si mescola con quello dello studente. L’esperienza scolastica è fondamentale per ognuno di noi ma, anche quando è conclusa, può capitarci di incontrare ancora altri “maestri di vita”, nel lavoro o nel nostro quotidiano”.
“Il primo atto della creatività- ha precisato Arnolfo Gengaroli, dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo “E. Balducci” di Fiesole- è quello distruttivo, di smontaggio. La scuola deve suscitare dubbi, problematiche e porre delle domande”.
“La competizione è la negazione della creatività- ha dichiarato poi l’editore Anna Maria Villari - La scuola deve essere un luogo accogliente dove i ragazzi vanno volentieri. La scuola del passato era necessaria perchè poteva emancipare. Oggi dovrebbe riprendere questo ruolo e offrire qualcosa in più di internet o della televisione”. Infine la giornalista Camilla Speranza ha parlato della sua esperienza come mamma e ha scelto sei aggettivi per definire la scuola ideale: piccolo, lento, bello, semplice, sobrio e locale.
Molto coinvolgenti le letture di alcuni brani del libro a cura di Caterina Ceccuti e Monica Lorusso. Suggestiva l’atmosfera creata dalle bellissime e intense canzoni dell’artista Chiara Riondino.

Da “Il Corriere di Firenze”, lunedì 7 aprile 2008

lunedì 7 aprile 2008

Presentazione del Libro "Per chi suona la campanella" a Fiesole

Venerdì 4 aprile al Caffè Teatro, presso il teatro Romano di Fiesole via Portigiani 1, un pomeriggio tutto dedicato all’universo scuola. Alle ore 18.00, l’Assessore alla Formazione Maria Luisa Moretti e la giornalista di Rai 3, Betty Barsantini, presenteranno il libro di Vincenza Fanizza “Per Chi suona la Campanella”, edizione Valore scuola. Uno dei messaggi centrali del libro è la vocazione docente come speranza di trasformazione, come patrimonio prioritario nella società complessa della globalizzazione, il bisogno di una nuova educazione del cuore, di una educazione alla pace, alla democrazia sostanziale nelle relazioni quotidiane, ai valori dell’umanesimo, incarnati nei comportamenti di chi li deve trasmettere. Il libro di Vincenza Fanizza è una deliziosa raccolta di testi, o meglio, testimonianze di chi la scuola l’ha vissuta giorno per giorno. Utopie, strategie educative, interessanti interviste a Cristina Comencini, Chiara Gamberale, Marco Lodoli, Roberto Vecchioni, interventi di Margherita Hack, Paolo Crepet, fanno di questa opera uno strumento per chi lavora nella scuola e allo stesso tempo un 'libriccino' in cui oziare con la mente divertendosi a leggere i più diversi punti di vista sul “mondo scuola”. Dopo la presentazione, alle 19,00, avrà inizio un’interessante tavola rotonda dal titolo “ A … scuola di creatività – La creatività a Scuola”, alla quale interverranno, tra gli altri, Gabriele Ametrano, giornalista, Arnolfo Gengaroli, dirigente Istituto comprensivo “E. Balducci “ di Fiesole, Pier Francesco Listri, giornalista e scrittore.


Fiesole,04/04/2008

www.comune.fiesole.it

mercoledì 2 aprile 2008

COMUNICATO STAMPA

“A scuola di creatività - La creatività a scuola”
Presentazione del libro "Per chi suona la campanella" di Vincenza Fanizza

Il 4 aprile a Fiesole (Firenze) alle ore 18
al Caffè Teatro, Teatro Romano, via Portigiani 1

Maria Luisa Moretti, Assessore alla formazione del Comune di Fiesole
Betty Barsantini, giornalista di Rai Tre
presentano il libro.

Caterina Ceccuti e Monica Lorusso leggeranno dei brani.
Performance di Chiara Riondino

Tavola Rotonda
su “La creatività nella scuola”

Per chi suona la campanella

Il titolo del blog di oggi è lo stesso di un bel libro che ho ricevuto nei giorni scorsi. Riecheggiando spiritosamente il celebre romanzo di Hemingway, “Per chi suona la campanella” (Edizioni Valore Scuola) racconta i ricordi e le esperienze di scuola dei giovani di oggi e di ieri: un “amarcord” a più voci, in cui l’autrice, Vincenza Fanizza, che scrive e si occupa di problemi scolastici da Firenze, raccoglie le testimonianze di personaggi famosi, come Dacia Maraini, Roberto Vecchioni, Margherita Hack, Cristina Comencini, Domenico Starnone, Marco Lodoli e tanti altri, e anche di anonimi ex-scolari, ex-docenti, insegnanti. E’ un piccolo libro delizioso, utile per comprendere la scuola d’oggi, commovente per come ricrea la vita di classe, com’era una volta e come spesso è ancora.
C’è, fra le altre, anche una testimonianza di Federico Fellini, che parla della scuola traversalmente, descrivendo cos’è stata per lui una certa stagione della vita, che con la scuola coincide e di cui il grande regista riminese non si è mai del tutto disfatto: l’adolescenza, la gioventù. ”Quell’inguaribile adolescenza che rischia di possederci per sempre”, dice Fellini, “e con la quale io non ho ancora capito bene che si deve fare, se portarsela appresso fino alla fine o archiviarla in qualche modo. Diciamo la verità. Questo moralistico traguardo del divenire adulti, che cosa si fa quando lo si è diventati?”
Non chiederti per chi suona la campanella: essa suona per te, per me, per tutti noi.

Enrico Franceschini dal Blog “My Tube”
http:// franceschini.blogautore.repubblica.it

sabato 22 marzo 2008

Grignani incontra gli studenti

FIRENZE- “Canto per non sentirmi solo, per condividere con gli altri i miei pensieri, le mie emozioni ma non sopporto le conseguenze della popolarità e del successo”.
Così Gianluca Grignani, il cantante milanese, ieri mattina, arrivato a Firenze per incontrare gli studenti di alcune scuole superiori di Firenze ( Salvemini- Agrario- Istituto Dante Alighieri- Leonardo da Vinci di Empoli).
L’iniziativa, nel Salone Luca Giordano di Palazzo Medici Riccardi, in via Cavour,1, fa parte del progetto “La Storia della Musica”, nell’ambito del Piano dell’Offerta Formativa “Costruttori di cittadinanza” che la Provincia propone alle scuole di Firenze e provincia.
“Gli studenti delle scuole superiori possono, in tali occasioni, conoscere e approfondire la storia della musica- ha spiegato Red Ronnie, moderatore dell’incontro- attraverso le testimonianze dirette di personalità e artisti del mondo musicale italiano. La finalità è quella di far riscoprire il senso della musica, la passione e le emozioni che essa può regalare e soprattutto di comprendere che dietro la fama c’è un percorso faticoso e impegnativo”.
Gianluca Grignani ha parlato di sé, del suo percorso artistico, delle sue canzoni a un pubblico di giovanissimi, tutti molto entusiasti ed emozionati per questo incontro così ravvicinato.
“Essere artisti è sempre una sofferenza allucinante - ha rivelato Grignani agli studenti - perchè quello che tu vuoi comunicare con la tua arte non sempre viene recepito e compreso dagli altri. Nel lavoro devi metterci la passione e non puoi scegliere il mondo dello spettacolo per gli aspetti effimeri del successo. E’ più importante essere che apparire”.
Una lezione di vita un po’ speciale, dunque, ieri mattina, per i ragazzi che hanno potuto dialogare con il loro mito.
Alcune ragazzine hanno anche cantato con Grignani “Destinazione Paradiso”, la sua più famosa canzone, quella che gli ha regalato il grande successo.
“Dopo il divorzio dei miei- ha poi raccontato Grignani ai ragazzi - e il successo improvviso ho, come si dice, ‘sbroccato’. Mi hanno salvato l’amore di mia moglie Francesca e la nascita di Ginevra. L’improvvisa notorietà mi aveva portato ad arrovellarmi, a tormentarmi, anche a perdermi. Forse non ero in grado di gestire un successo di quella portata. Ho fatto molta fatica, ma non è stato certo perché, come molti pensano, fossi diventato schiavo della droga. La verità è che proprio in quel periodo i miei genitori hanno divorziato e io non l’ho presa bene”.
Ha poi parlato del suo ultimo album “Cammina nel sole”, uscito il 14 marzo, che esprime, invece, la sua ripresa, dopo la crisi, e l’avvio di un nuovo percorso artistico.
Di Vincenza Fanizza
Da “Il Corriere di Firenze” del 20 marzo 2008

sabato 15 marzo 2008

Telefonini a scuola

FIRENZE- Non si spegne il “fumo” della sigaretta, che apparentemente sembrava una canna, del professore Alberto Burchielli dell’Istituto Tecnico Marco Polo, finito, per uno scherzo dei suoi alunni su You Tube, ma è veramente grossa la “nuvola” di commenti e reazioni da parte del mondo della scuola e delle istituzioni.
“ E’ sicuramente un episodio che va ricondotto nel contesto giusto- afferma Daniela Lastri, assessore all’istruzione del Comune di Firenze - Sicuramente c’è stato un errore da parte del professore Alberto Burchielli, che ha peccato di ingenuità, e uno scherzo eccessivo da parte dei ragazzi che ormai fanno un uso spregiudicato di questi mezzi di comunicazione. Ma chiedere, a viva voce, una punizione esemplare, sospendere o licenziare per una ‘ragazzata’, mi sembra veramente un’assurdità. Talvolta anche le istituzioni possono diventare vittime di un eccessivo zelo o meglio di una sorta di ‘ubriacatura mediatica’. Certo i ragazzi devono essere educati, devono diventare più responsabili, i professori non possono essere ingenui ma non bisogna ricoprire la scuola di ridicolo”.
“ Filmare un insegnante nella quotidianità e sbatterlo decontestualizzato su You Tube - dichiara Girolamo Dell’Olio, docente dell’Istituto Superiore Leonardo da Vinci di Firenze - è uno scherzo di pessimo gusto che a dei ragazzi però si può perdonare: sono o non sono ragazzi? Il guaio comincia quando sul grande mondo dell'educazione si gettano con tutta la loro “fame di notizia” i moderni mass-media. Niente di quello che ci mostra la TV alla quale siamo abituati è sostanzialmente credibile, se solo si pensa al percorso di manipolazione che porta normalmente dai “fatti” alle “notizie”. L’episodio del Marco Polo testimonia ancora una volta soltanto la superficialità con cui le attività educative vengono rappresentate e “vendute” nella nostra società. Il vero scandalo è che di scuola i mezzi di comunicazione di massa e la politica parlano solo quando c’è da mostrare un video-gossip o è il momento di chiedere voti. E allora la “formazione delle giovani generazioni ” diventa magicamente, per un giorno, “la priorità delle priorità”.... fino al giorno dopo, quando ricomincia il vecchio teatrino, e studenti, insegnanti, non docenti e famiglie si ritrovano senza spazi, senza risorse, senza attenzione, senza considerazione economica, culturale e sociale. Una società così distratta potrà mai portare a una riflessione profonda e produttiva?”
“ Nella nostra scuola- commenta Maresa D’Arcangelo, docente dell’Istituto Tecnico Agrario di Firenze- la regola sono prime classi delle superiori di 25 allievi compreso un portatore di handicap certificato che dispone di un sostegno solo per alcune ore e per alcune materie ma ha bisogno di un’attenzione particolare sempre. Qualche allievo proviene da altri paesi e parla lingue molto lontane dall’italiano (arabo, cinese, albanese o rumeno sono le più frequenti ) Tu insegnante sai al massimo francese e inglese. Per non parlare delle ultime classi accorpate per risparmiare o le cattedre mosaico. Poi le palestre che non ci sono, i computer che mancano, gli audiovisivi col contagocce ecc.. A quando queste cose sui giornali o in TV?”
Di Vincenza Fanizza

Da “Il Corriere di Firenze” di sabato 15 marzo 2008

martedì 11 marzo 2008

The school in the world

School.. definitely my second home. The place were I learn most of the things I know now, where I met most of my real friends for life. School is the place where we laughed, learned, cried, fought, played. Is a great adventure and a amazing experience. (Andrea Ponce, Ecuador)

To me, school was the main channel to connect to society. It is the way you begin your public "trial and error" phase of socialising, behaving and interacting with people. People you have no connection with besides being classmates. That by itself was worth it. And as I see it, it is only a side-dish of the purpose of school: the process of acquiring basic attitudes, skills and knowledge. (Mariano Batalla, Costa Rica)

I believe school is not only the place where we are meant to learn and grow, to mature and experience difference things, to share and tolerate; but it is also the only place where mistakes and errors are allowed. (Gonzalo Larrosa, Argentina)

School to me was my chance to prepare for an exciting and fulfilling life. School provided me a chance to explore who I was and what I wanted to do in a safe environment free from criticism. (Frank Nefos, EEUU)

mercoledì 5 marzo 2008

La scuola nel mondo

Abbiamo chiesto a studenti italiani e stranieri una definizione sulla loro esperienza scolastica.
Ecco quello che ci hanno detto.

“La scuola è la mia seconda casa. E’ il posto dove ho imparato quasi tutto quello che so e dove ho trovato tutti i miei veri amici nella vita. La scuola é il posto dove ridiamo, piangiamo, litighiamo, giochiamo. E’ una bellissima avventura ed una grande esperienza”. (Andrea Ponce, Ecuador)

“Per me la scuola é stato il mio primo canale per connettermi con la società. E il momento in cui uno comincia la fase di socializzazione comportandosi bene e interagendo con la gente. Gente con la quale non hai nessuna connessione al di fuori della classe. Solo per questo vale la pena. Secondo me, l’importanza della scuola non é solamente acquisire informazioni ma anche imparare le conoscenze che ci permetteranno di risolvere le situazioni della vita”. (Mariano Batalla, Costa Rica)

“Penso che la scuola non é solamente il posto dove dobbiamo imparare e crescere, maturare e fare esperienze, condividere e tollerare, ma è anche il luogo dove gli errori e gli sbagli sono consentiti”. (Gonzalo Larrosa, Argentina)

“Io credo che la scuola sia indispensabile per avere un buon bagaglio culturale, perchè non c'è cosa peggiore dell'ignoranza. Ma credo che sia anche utile per socializzare, crescere, capire. Purtroppo tutti ci rendiamo conto di quanto sia bella e utile quando è troppo tardi!” (Cecilia Latina, Italia)

“La scuola é stata la mia opportunità di prepararmi per una vita emozionante e piena. La scuola mi ha offerto la possibilità di esplorare chi ero e che cosa volevo fare in un ambito sicuro e libero da critiche”. (Frank Nefos, Stati Uniti)

Di Vincenza Fanizza

mercoledì 20 febbraio 2008

The Great Indian School Show

FIRENZE- “The Great Indian School Show” di Avinash Deshpande, un film molto interessante, giovedì scorso, 14 febbraio, al Centro di Cultura Contemporanea Strozzina, a Palazzo Strozzi, nella rassegna di videoproiezioni, curata da Silvia Lucchesi, “Atlanti Futuri. Visioni sugli scenari a venire”.
E’ una scuola particolare la “Mahatma Gandhi School” di Nagpur, India. Per il suo direttore si tratta di un modello per tutta l’Asia. La sua particolarità è il sistema di 185 telecamere che sorvegliano ogni angolo dell’edificio. Il direttore, grazie alle decine di monitor che troneggiano dietro la sua scrivania, vede e sente tutto e interviene al microfono per redarguire chiunque, insegnante o allievo, sia stato colto in fallo. Il prodigioso sistema serve al nobile scopo di educare alla disciplina i nuovi cittadini della nazione e a evitare che tendenze sovversive possano traviare gli innocenti. Se all’interno della scuola il nuovo sistema sembra essere apprezzato da tutti, autorità, insegnanti e persino dagli studenti modello, rimane da chiedersi quali ripercussioni sociali possa generare una vita passata sotto gli occhi delle telecamere.
Avinash Deshpande ha studiato regia presso il Film and Television Institute of India di Pune, per il quale ha poi iniziato a lavorare. Ha da poco aperto a Pune una scuola di cinema chiamata “Framework”. Dopo numerosi lavori per la televisione, “The Great indian School Show” segna il suo esordio come cineasta indipendente.

domenica 10 febbraio 2008

Atlanti Futuri. Visioni sugli scenari a venire

FIRENZE- Come sarà il mondo tra qualche anno? Lo possiamo immaginare guardando, al Centro di Cultura Contemporanea Strozzina, in Piazza Strozzi, dal 7 al 29 febbraio 2008, “Atlanti futuri. Visioni sugli scenari a venire”, l’interessante rassegna di videoproiezioni, ideata e curata da Silvia Lucchesi, realizzata in collaborazione con il Festival dei Popoli- Istituto Italiano per il Film di Documentazione Sociale Onlus, e con la neonata associazione culturale “Lo schermo dell’arte”.
La presentazione dell’iniziativa, ieri mattina, presso il Centro di Cultura Contemporanea Strozzina, con gli interventi di Silvano Gori, Assessore per le Attività Produttive, di James M. Bradburne, Direttore generale Fondazione Palazzo Strozzi, di Giorgio Bonsanti, Presidente del Festival dei Popoli e di Silvia Lucchesi, curatrice della rassegna.
“Il progetto ‘Atlanti Futuri”- ha sottolineato James M. Bradburne- è il primo di una serie di collaborazioni per sfruttare le potenzialità della Strozzina, come piattaforma per coinvolgere alcune delle voci più importanti dello scenario contemporaneo di Firenze. Il Centro di Cultura contemporanea Strozzina è molto di più di uno spazio espositivo, è un centro per la discussione, il dibattito e la riflessione sulle realtà contemporanee e talvolta apparentemente contraddittoria in cui viviamo”.
Video e documentari, dunque, di artisti internazionali, ci racconteranno, in questa rassegna, con immagini in movimento i temi chiave dello sviluppo della società e del nostro mondo, proiettando l’oggi verso scenari e forme prossimi a venire. Una proposta originale che si avvale del film documentario e del video d’artista, due linguaggi apparentemente distanti ma esemplari di quelle pratiche di confine tra il cinema e l’arte che, con un’intensità che non accenna a diminuire, sono andate caratterizzando sempre più la produzione artistica contemporanea.
Dal Messico all’India, dagli Stati Uniti alla Nigeria, da Israele alla Cina, dall’Italia al Congo alla Russia: sono trenta le opere internazionali, presentate in edizione originale con sottotitoli in italiano, che indagano il mondo futuro, raccontano storie e utopie, propongono ipotesi attraverso sguardi sul reale nel caso di documentari, e sguardi visionari che utilizzano la realtà virtuale, la deformazione dell’immagine, l’animazione.
Il programma, strutturato in sezioni tematiche, si inaugura giovedì 7 febbraio, alle 17, 45, con la giornata dedicata al tema dell’immigrazione. In questa occasione gli Stalker-Osservatorio Nomade presentano, in prima visione italiana, il loro ultimo laboratorio sul territorio urbano, un’indagine sulle condizioni di vita della comunità Rom stanziatasi lungo gli argini del Tevere. Il progetto è stato realizzato con gli studenti del corso di “Arte civica” della Facoltà di Architettura dell’Università Roma Tre, tenuto da Francesco Careri. A seguire, i video “Border” dell’artista belga Hans Op de Beeck: una radiografia di un camion di grandi dimensioni mostra, nascosto tra la merce da trasporto, un gruppo di rifugiati clandestini; “De-Lete” dell’artista greca Jenny Marketou, girato a Tijana, introducono il documentario di Chantal Akerman “De l’autre côté” dedicato alle storie di immigrazione della frontiera tra Messico e Stati Uniti.
Continueranno, poi, alla Strozzina, ogni giovedì e venerdì, dalle 17, 45 alle 20, le altre proiezioni in cui gli artisti affrontano, nei video e nei documentari, importanti temi: il tempo, la globalizzazione, la città, l’ambiente.
Di Vincenza Fanizza
Da “Il Corriere di Firenze” del 7 febbraio 2008

martedì 29 gennaio 2008

Dalla parte giusta

FIRENZE- Cinema, musica, incontri “ravvicinati” con scrittori e registi di fama internazionale hanno intrattenuto ed emozionato, al Mandela Forum, ieri mattina, circa ottomila studenti, provenienti da tutta la Toscana per il meeting “Sterminio e Stermini. E’ successo, può succedere di nuovo”, in occasione della Giornata della Memoria, a sessantatrè anni dall’apertura dei cancelli di Auschwitz e sessant’anni dopo la Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo.
“La memoria storica- ha detto nel suo saluto di apertura il presidente della Regione Toscana Claudio Martini- deve essere dentro il bagaglio di ogni giovane, e questo lo aiuterà a compiere con maggiore consapevolezza le proprie scelte”.
Una lezione davvero speciale per una platea piena di giovanissimi, che hanno ascoltato, con grande attenzione, testimoni d’eccezione, provenienti da tutto il mondo: Alice Tachdjian ha ricordato il genocidio armeno, Shozo Tanaka, la tragedia di Hiroshima, Esther Mujawayo, i massacri perpetrati in Ruanda.
Era presente anche Jona Oberski, il protagonista di “Jona che visse nella balena”, il film del ’93 diretto da Roberto Faenza e tratto dal romanzo autobiografico del protagonista stesso.
Storie “vere”, realmente accadute, che si sono poi mescolate con le voci e le immagini di spezzoni di film particolarmente significativi su questi temi dei registi presenti in sala: Roberto Faenza, Carlo Lizzani ed Ettore Scola. Ad emozionare e far riflettere i ragazzi anche il saluto in video del grande regista Steven Spielberg, espressamente rivolto alla Toscana e ai suoi giovani, e una coinvolgente intervista fatta ai fratelli Taviani che hanno parlato del loro film “La masseria delle allodole”.
A concludere la mattinata David Grossman, lo scrittore- romanziere israeliano, conosciuto e tradotto in tutto il mondo, che domenica 27 gennaio, ha ricevuto, alla presenza del rettore Augusto Marinelli e della preside della Facoltà di Lettere Franca Pecchioli, dall’Università degli Studi di Firenze, la laurea honoris causa “per le alte qualità artistiche e l’illuminato impegno civile”.
“E’ davvero impressionante- ha detto Grossman- vedere tanti ragazzi che ascoltano queste storie. Questo mi riempie di speranza. E’ necessario, però, stare sempre in guardia contro il male, nella vita di tutti i giorni, nel nostro rapporto con gli stranieri, con gli sconosciuti. Quando andate a casa fermatevi un po’ a riflettere e domandatevi: “Che cosa avrei fatto io se fossi vissuto in quel periodo?” “Che cosa avrei scelto: il male o l’umanità? Voglio credere che saprete sempre scegliere bene da che parte stare”.
Di Vincenza Fanizza
dal "Corriere di Firenze", del 29 Gennaio 2008