Copertina

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Uno sguardo insolito, realistico e poetico sulla scuola. Punti di vista, ricordi, interventi, di personaggi della cultura, dello spettacolo, della politica raccolti da una giornalista e scrittrice. Da Dacia Maraini a Roberto Vecchioni, da Paolo Crepet a Chiara Gamberale, da Margherita Hack a Cristina Comencini, da Domenico Starnone a Marco Lodoli: tutti svelano i loro sogni e, talvolta, i loro veleni.

mercoledì 5 marzo 2008

La scuola nel mondo

Abbiamo chiesto a studenti italiani e stranieri una definizione sulla loro esperienza scolastica.
Ecco quello che ci hanno detto.

“La scuola è la mia seconda casa. E’ il posto dove ho imparato quasi tutto quello che so e dove ho trovato tutti i miei veri amici nella vita. La scuola é il posto dove ridiamo, piangiamo, litighiamo, giochiamo. E’ una bellissima avventura ed una grande esperienza”. (Andrea Ponce, Ecuador)

“Per me la scuola é stato il mio primo canale per connettermi con la società. E il momento in cui uno comincia la fase di socializzazione comportandosi bene e interagendo con la gente. Gente con la quale non hai nessuna connessione al di fuori della classe. Solo per questo vale la pena. Secondo me, l’importanza della scuola non é solamente acquisire informazioni ma anche imparare le conoscenze che ci permetteranno di risolvere le situazioni della vita”. (Mariano Batalla, Costa Rica)

“Penso che la scuola non é solamente il posto dove dobbiamo imparare e crescere, maturare e fare esperienze, condividere e tollerare, ma è anche il luogo dove gli errori e gli sbagli sono consentiti”. (Gonzalo Larrosa, Argentina)

“Io credo che la scuola sia indispensabile per avere un buon bagaglio culturale, perchè non c'è cosa peggiore dell'ignoranza. Ma credo che sia anche utile per socializzare, crescere, capire. Purtroppo tutti ci rendiamo conto di quanto sia bella e utile quando è troppo tardi!” (Cecilia Latina, Italia)

“La scuola é stata la mia opportunità di prepararmi per una vita emozionante e piena. La scuola mi ha offerto la possibilità di esplorare chi ero e che cosa volevo fare in un ambito sicuro e libero da critiche”. (Frank Nefos, Stati Uniti)

Di Vincenza Fanizza

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