Copertina

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Uno sguardo insolito, realistico e poetico sulla scuola. Punti di vista, ricordi, interventi, di personaggi della cultura, dello spettacolo, della politica raccolti da una giornalista e scrittrice. Da Dacia Maraini a Roberto Vecchioni, da Paolo Crepet a Chiara Gamberale, da Margherita Hack a Cristina Comencini, da Domenico Starnone a Marco Lodoli: tutti svelano i loro sogni e, talvolta, i loro veleni.

lunedì 7 luglio 2008

Esami di maturità

Ho tanti amici in Italia i cui figli stanno dando in questi giorni l’esame di maturità. Per combinazione leggo sul Times di Londra un articolo su una nuova moda tra gli studenti inglesi: terminati gli esami dell’ultimo anno di scuola media superiore, anzichè accontentarsi di una festa nella palestra del liceo o in pizzeria, vogliono celebrare l’evento come si fa negli Stati Uniti, dove i cosiddetti “prom”, le feste che chiudono l’età scolastica, sono una irrinunciabile tradizione. Le ragazze si vestono come comparse di “Via col vento”: chioma riccioluta dope ore dal parrucchiere, tiara, sgargianti abiti da sera. I ragazzi mettono lo smoking, meglio se bianco, rosa o verde pisello. Gli uni e gli altri noleggiano per il trasporto una di quelle lunghissime, assurde limousine che consumano per mezz’ora di percorso come un’intera autostrada il week-end di Ferragosto. Poi c’è la cena in qualche ristorante, seguita da una notte di danze fino all’alba. Le più “fortunate” vengono accompagnate dal fidanzato, le altre sperano di trovarne uno nel corso dell’indimenticabile serata.

Insomma, una pagliacciata. Pagano, naturalmente, i genitori, il che mi sembra già un segno di poca maturità: se volete divertirvi in modo tanto cretino, figlioli, pagatevelo da soli. Finchè restava la classica americanata, pazienza. Ma adesso lo fanno anche gli studenti inglesi, e temo che presto o tardi la moda contagi, come un virus, tutto il continente. Qualche sera fa ho incontrato la madre di un’alunna della scuola dove va anche mio figlio. La sua “bambina” è più grande del mio, frequenta l’ultimo anno, e dunque non sfugge ai preparativi per il “prom” all’americana. Tutta eccitata, la madre ha cominciato a raccontarmi le ore di parrucchiere, manicure, pedicure, prove dal sarto, a cui si sottoponeva la figlia. Finchè è apparsa quest’ultima: sembrava una delle sorellastre di Cenerentola, quando si preparano ad andare al gran ballo del principe. Quanta fatica per nulla, ho pensato.

Poi ho pensato alla mia maturità. La festa, in verità, la facemmo prima degli esami: invitando a cena in osteria un membro esterno della commissione, una giovane professoressa veneta, con la quale facemmo di tutto per entrare in confidenza al punto da chiederle di aiutarci a superare il benedetto esame. La “prof” fu gentile e ci aiutò. Alla maturità fummo promossi tutti. E quei giorni portano ancora tanti dolci ricordi, senza bisogno di limousine, tiare alla Via col vento e smoking rosa.

Venerdì, 27 Giugno 2008

Dal Blog “My Tube “ de “La Repubblica.it”
Enrico Franceschini

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