Copertina

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Uno sguardo insolito, realistico e poetico sulla scuola. Punti di vista, ricordi, interventi, di personaggi della cultura, dello spettacolo, della politica raccolti da una giornalista e scrittrice. Da Dacia Maraini a Roberto Vecchioni, da Paolo Crepet a Chiara Gamberale, da Margherita Hack a Cristina Comencini, da Domenico Starnone a Marco Lodoli: tutti svelano i loro sogni e, talvolta, i loro veleni.

sabato 22 marzo 2008

Grignani incontra gli studenti

FIRENZE- “Canto per non sentirmi solo, per condividere con gli altri i miei pensieri, le mie emozioni ma non sopporto le conseguenze della popolarità e del successo”.
Così Gianluca Grignani, il cantante milanese, ieri mattina, arrivato a Firenze per incontrare gli studenti di alcune scuole superiori di Firenze ( Salvemini- Agrario- Istituto Dante Alighieri- Leonardo da Vinci di Empoli).
L’iniziativa, nel Salone Luca Giordano di Palazzo Medici Riccardi, in via Cavour,1, fa parte del progetto “La Storia della Musica”, nell’ambito del Piano dell’Offerta Formativa “Costruttori di cittadinanza” che la Provincia propone alle scuole di Firenze e provincia.
“Gli studenti delle scuole superiori possono, in tali occasioni, conoscere e approfondire la storia della musica- ha spiegato Red Ronnie, moderatore dell’incontro- attraverso le testimonianze dirette di personalità e artisti del mondo musicale italiano. La finalità è quella di far riscoprire il senso della musica, la passione e le emozioni che essa può regalare e soprattutto di comprendere che dietro la fama c’è un percorso faticoso e impegnativo”.
Gianluca Grignani ha parlato di sé, del suo percorso artistico, delle sue canzoni a un pubblico di giovanissimi, tutti molto entusiasti ed emozionati per questo incontro così ravvicinato.
“Essere artisti è sempre una sofferenza allucinante - ha rivelato Grignani agli studenti - perchè quello che tu vuoi comunicare con la tua arte non sempre viene recepito e compreso dagli altri. Nel lavoro devi metterci la passione e non puoi scegliere il mondo dello spettacolo per gli aspetti effimeri del successo. E’ più importante essere che apparire”.
Una lezione di vita un po’ speciale, dunque, ieri mattina, per i ragazzi che hanno potuto dialogare con il loro mito.
Alcune ragazzine hanno anche cantato con Grignani “Destinazione Paradiso”, la sua più famosa canzone, quella che gli ha regalato il grande successo.
“Dopo il divorzio dei miei- ha poi raccontato Grignani ai ragazzi - e il successo improvviso ho, come si dice, ‘sbroccato’. Mi hanno salvato l’amore di mia moglie Francesca e la nascita di Ginevra. L’improvvisa notorietà mi aveva portato ad arrovellarmi, a tormentarmi, anche a perdermi. Forse non ero in grado di gestire un successo di quella portata. Ho fatto molta fatica, ma non è stato certo perché, come molti pensano, fossi diventato schiavo della droga. La verità è che proprio in quel periodo i miei genitori hanno divorziato e io non l’ho presa bene”.
Ha poi parlato del suo ultimo album “Cammina nel sole”, uscito il 14 marzo, che esprime, invece, la sua ripresa, dopo la crisi, e l’avvio di un nuovo percorso artistico.
Di Vincenza Fanizza
Da “Il Corriere di Firenze” del 20 marzo 2008

sabato 15 marzo 2008

Telefonini a scuola

FIRENZE- Non si spegne il “fumo” della sigaretta, che apparentemente sembrava una canna, del professore Alberto Burchielli dell’Istituto Tecnico Marco Polo, finito, per uno scherzo dei suoi alunni su You Tube, ma è veramente grossa la “nuvola” di commenti e reazioni da parte del mondo della scuola e delle istituzioni.
“ E’ sicuramente un episodio che va ricondotto nel contesto giusto- afferma Daniela Lastri, assessore all’istruzione del Comune di Firenze - Sicuramente c’è stato un errore da parte del professore Alberto Burchielli, che ha peccato di ingenuità, e uno scherzo eccessivo da parte dei ragazzi che ormai fanno un uso spregiudicato di questi mezzi di comunicazione. Ma chiedere, a viva voce, una punizione esemplare, sospendere o licenziare per una ‘ragazzata’, mi sembra veramente un’assurdità. Talvolta anche le istituzioni possono diventare vittime di un eccessivo zelo o meglio di una sorta di ‘ubriacatura mediatica’. Certo i ragazzi devono essere educati, devono diventare più responsabili, i professori non possono essere ingenui ma non bisogna ricoprire la scuola di ridicolo”.
“ Filmare un insegnante nella quotidianità e sbatterlo decontestualizzato su You Tube - dichiara Girolamo Dell’Olio, docente dell’Istituto Superiore Leonardo da Vinci di Firenze - è uno scherzo di pessimo gusto che a dei ragazzi però si può perdonare: sono o non sono ragazzi? Il guaio comincia quando sul grande mondo dell'educazione si gettano con tutta la loro “fame di notizia” i moderni mass-media. Niente di quello che ci mostra la TV alla quale siamo abituati è sostanzialmente credibile, se solo si pensa al percorso di manipolazione che porta normalmente dai “fatti” alle “notizie”. L’episodio del Marco Polo testimonia ancora una volta soltanto la superficialità con cui le attività educative vengono rappresentate e “vendute” nella nostra società. Il vero scandalo è che di scuola i mezzi di comunicazione di massa e la politica parlano solo quando c’è da mostrare un video-gossip o è il momento di chiedere voti. E allora la “formazione delle giovani generazioni ” diventa magicamente, per un giorno, “la priorità delle priorità”.... fino al giorno dopo, quando ricomincia il vecchio teatrino, e studenti, insegnanti, non docenti e famiglie si ritrovano senza spazi, senza risorse, senza attenzione, senza considerazione economica, culturale e sociale. Una società così distratta potrà mai portare a una riflessione profonda e produttiva?”
“ Nella nostra scuola- commenta Maresa D’Arcangelo, docente dell’Istituto Tecnico Agrario di Firenze- la regola sono prime classi delle superiori di 25 allievi compreso un portatore di handicap certificato che dispone di un sostegno solo per alcune ore e per alcune materie ma ha bisogno di un’attenzione particolare sempre. Qualche allievo proviene da altri paesi e parla lingue molto lontane dall’italiano (arabo, cinese, albanese o rumeno sono le più frequenti ) Tu insegnante sai al massimo francese e inglese. Per non parlare delle ultime classi accorpate per risparmiare o le cattedre mosaico. Poi le palestre che non ci sono, i computer che mancano, gli audiovisivi col contagocce ecc.. A quando queste cose sui giornali o in TV?”
Di Vincenza Fanizza

Da “Il Corriere di Firenze” di sabato 15 marzo 2008

martedì 11 marzo 2008

The school in the world

School.. definitely my second home. The place were I learn most of the things I know now, where I met most of my real friends for life. School is the place where we laughed, learned, cried, fought, played. Is a great adventure and a amazing experience. (Andrea Ponce, Ecuador)

To me, school was the main channel to connect to society. It is the way you begin your public "trial and error" phase of socialising, behaving and interacting with people. People you have no connection with besides being classmates. That by itself was worth it. And as I see it, it is only a side-dish of the purpose of school: the process of acquiring basic attitudes, skills and knowledge. (Mariano Batalla, Costa Rica)

I believe school is not only the place where we are meant to learn and grow, to mature and experience difference things, to share and tolerate; but it is also the only place where mistakes and errors are allowed. (Gonzalo Larrosa, Argentina)

School to me was my chance to prepare for an exciting and fulfilling life. School provided me a chance to explore who I was and what I wanted to do in a safe environment free from criticism. (Frank Nefos, EEUU)

mercoledì 5 marzo 2008

La scuola nel mondo

Abbiamo chiesto a studenti italiani e stranieri una definizione sulla loro esperienza scolastica.
Ecco quello che ci hanno detto.

“La scuola è la mia seconda casa. E’ il posto dove ho imparato quasi tutto quello che so e dove ho trovato tutti i miei veri amici nella vita. La scuola é il posto dove ridiamo, piangiamo, litighiamo, giochiamo. E’ una bellissima avventura ed una grande esperienza”. (Andrea Ponce, Ecuador)

“Per me la scuola é stato il mio primo canale per connettermi con la società. E il momento in cui uno comincia la fase di socializzazione comportandosi bene e interagendo con la gente. Gente con la quale non hai nessuna connessione al di fuori della classe. Solo per questo vale la pena. Secondo me, l’importanza della scuola non é solamente acquisire informazioni ma anche imparare le conoscenze che ci permetteranno di risolvere le situazioni della vita”. (Mariano Batalla, Costa Rica)

“Penso che la scuola non é solamente il posto dove dobbiamo imparare e crescere, maturare e fare esperienze, condividere e tollerare, ma è anche il luogo dove gli errori e gli sbagli sono consentiti”. (Gonzalo Larrosa, Argentina)

“Io credo che la scuola sia indispensabile per avere un buon bagaglio culturale, perchè non c'è cosa peggiore dell'ignoranza. Ma credo che sia anche utile per socializzare, crescere, capire. Purtroppo tutti ci rendiamo conto di quanto sia bella e utile quando è troppo tardi!” (Cecilia Latina, Italia)

“La scuola é stata la mia opportunità di prepararmi per una vita emozionante e piena. La scuola mi ha offerto la possibilità di esplorare chi ero e che cosa volevo fare in un ambito sicuro e libero da critiche”. (Frank Nefos, Stati Uniti)

Di Vincenza Fanizza